Il Partito Democratico interviene sulla modifica dello statuto del Consorzio di Igiene Ambientale FG/4, che, a detta della segreteria di via Mameli, rappresenterebbe un “nuovo carrozzone”, ovvero un luogo dove eventualmente ‘piazzare’ i propri. Di seguito la nota integrale.
Sono state approvate nella seduta consiliare del 4 giugno con il voto favorevole della maggioranza e di quello “dell’opposizione a Sua maestà”, Cicogna e MPT, modifiche sostanziali allo Statuto del Consorzio di Igiene Ambientale FG/4. Perché erano necessarie tali modifiche? Ce lo siamo chiesti e lo abbiamo chiesto invano alle forze di maggioranza e allo stesso Direttore Generale (?) del Consorzio non ottenendo alcuna risposta convincente e quelle rare ricevute, lungi dall’averci convinto, ci hanno resi più inquieti. Questi di seguito i fatti. Nell’Assemblea del Consorzio del 29 aprile scorso, vengono approvate delle modifiche statutarie sulla base di un presupposto palesemente falso: l’adeguamento dello statuto, ed in particolare lo “Scopo” del Consorzio, alla Legge Regionale n. 24 dell’agosto 2012. La norma in questione, promulgata a seguito della soppressione delle “Autorità d’Ambito” prevista dalla legislazione in materia di “contenimento dei costi della politica”, istituisce degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) a dimensione provinciale il cui “Organo di Governo” ha competenze in materia di gestione e ottimizzazione degli impianti di recupero e smaltimento, determinazione delle tariffe, affidamento del servizio, servizio di commercializzazione degli imballaggi da raccolta differenziata, ecc. La stessa norma prevede, poi, gli Ambiti di Raccolta Ottimali (ARO) le cui uniche competenze riguardano attività e servizi di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati. Il Consorzio di Igiene Ambientale FG/4 è stato individuato da apposita Deliberazione della Giunta regionale quale ARO, e che fa il Consorzio? Si attribuisce compiti propri dell’ATO tralasciando clamorosamente quelli che gli competono per legge, quali, ad esempio, l’individuazione e la relativa convenzione con il gestore unico d’ambito.
Dalla lettura dello “Scopo” consortile, non siamo più al cospetto di un Consorzio di funzioni per l’esercizio in comune di servizi previsti dalla legge; siamo di fronte ad una vera e propria “multi utility” con competenze tra le più disparate: dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti agricoli (attività che al momento non è consentito svolgere nemmeno alla società di proprietà consortile in quanto sprovvista delle relative autorizzazioni), alla gestione di impianti di recupero (svolta attualmente da SIA e, comunque, come abbiamo visto sottratta alle sue competenze); dal recupero di energia da rifiuti alla commercializzazione degli imballaggi da raccolta differenziata e, per non farsi mancare nulla, dell’eventuale compost prodotto dalla frazione organica. Ci si ferma al (comunque) vasto campo ambientale? Manco per idea. Il Consorzio potrà “supportare” i Comuni anche per la determinazione e riscossione delle imposte comunali: di tutte le imposte comunali. Come farà questo impressionante soggetto onnicompetente ad occuparsi di tutto ciò, stante la circostanza che non ha al suo interno uno straccio di competenze in tal senso? Probabilmente riempiranno un contenitore, per scelta politica volutamente vuoto, in un qualcosa di straripante e i cui rilevanti costi saranno ovviamente pagati dai cittadini. Lanciamo sin da ora l’allarme: quando vi verranno a dire che la nuova tassa comunale, la TARES, sarà enormemente maggiore rispetto alla quasi defunta TARSU perché vi è l’obbligo di coprire il 100% dei costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, chiedetevi e chiedete se per caso non vi hanno fatto rientrare anche i costi di questo nuovo carrozzone che si apprestano a varare. Il tutto nello strano silenzio de la Cicogna.
Infine, poche ultime domande che sappiamo rimarranno senza alcuna risposta. Nello nuovo Statuto del Consorzio si elimina la figura del Segretario e appare, in diversi articoli, quella del Direttore Generale che pare abbia una competenze quasi illimitate. Diciamo “pare” perché non hanno avuto la sensibilità, e la decenza, dedicare a tale figura nemmeno un articolo dello stravolto Statuto. Quali competenze ha? Da chi e nominato? Per quanto tempo? A chi risponde? Chi ne determina il compenso ed in base a quali criteri? Questioni di dettaglio che evidentemente, a parte i consiglieri del PD, non interessano a nessun altro.
State facendo tutto voi, ci palleggiate come volete e quando volete, però se viene accontentato il personaggio di turno, a nulla valgono le dichiarazioni fatte, c’è sempre uno scopo quello principale, il BUSINESS.
La gente non vi sopporta più e oltretutto non ce la fa più, facciamo tutti attenzione, quando ti rubano il pane per i toui figli e per la famiglia, non ragioni più, a voi tirare le conclusioni e soprattutto le conseguenze.