È stato presentato ieri, venerdì 15 novembre, nel Salone della Provincia di Taranto il progetto IESIT “Indagine Epidemiologica nel Sito Inquinato di Taranto”. Ad aver condotto lo studio e presentato il progetto sono stati Paolo Trerotoli, Nicola Bartolomeo e Gabriella Serio, tutti professori della cattedra di Statistica dell’Università di Bari.
La necessità di condurre tale indagine è nata dal fatto che negli ultimi anni è stato registrato «un eccesso di ricoveri e mortalità fra i residenti del comune di Taranto e dei comuni limitrofi rispetto al confronto regionale. La città di Taranto presenta il più delle volte un rischio maggiore rispetto alla media regionale». Lo studio è risultato approfondito perché si è cercato di delimitare il campo a Taranto e ai comuni limitrofi (in totale 29 comuni) e, in più, anche lo spazio temporale è stato delimitato al biennio 2006-2008. Lo studio è basato anche sulla differenziazione delle patologie e come queste colpiscono le donne o gli uomini e i loro relativi numeri. I dati presentati ieri sono stati confrontati con un “tasso standardizzato”, una sorta di parametro nazionale derivato anche da parametri europei, che mette in evidenza come ci sia una concentrazione di patologie tumorali nella zona ionica e soprattutto nella provincia. Tutto il progetto è stato possibile grazie alla collaborazione con l’ASL di Taranto che ha messo a disposizione un vero e proprio “registro di tumori”.
Le diverse tipologie che maggiormente colpiscono la popolazione ionica, come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, sono quelli maligni di colon, retto e ano: il dato provinciale, 48 per gli uomini e 9 per le donne è di poco superato dai distretti di Taranto e di Martina Franca. Per quanto riguarda i tumori ai bronchi e ai polmoni, il dato provinciale è 71 per gli uomini e 11 per le donne, dato superato di 22 punti rispetto alla media nazionale da Taranto con 97 per gli uomini e 24 per le donne. Il mesotelioma registra nei distretti del capoluogo il dato pari a 9 per gli uomini e 1 per le donne (il triplo della media nazionale). Infine, i tumori alla vescica piazzano Taranto sopra la media nazionale di 18 punti, in quanto i dati sono pari a 68 per gli uomini e 7 per le donne. A tutti questi tipi di tumori si affiancano altri presi in analisi come, ad esempio, quello al rene, all’encefalo, alla mammella (dati di poco inferiori al Nord Italia), al fegato, al pancreas. Sono stati analizzati anche i casi di allergie in età pediatrica, risultati concentrati, con una elevata percentuale, nella zona ionica presa in esame. L’emergenza è reale e non può essere sottovalutata. Le percentuali continuano ad aumentare senza battuta d’arresto. Come dimenticare un altro uomo, Francesco Pignatelli 38 anni avvocato e maratoneta, stroncato in pochissimi mesi da un tumore. Il 7 novembre scorso, andò a trovarlo Beatrice Lorenzin, ministro della Salute del Governo Letta, durante la sua al reparto di Oncologia dell’Ospedale di Taranto. Un altro uomo che si aggiunge alla lunga lista di vittime di questo male incurabile concentrato in un territorio ancora da salvare.
Complimenti per il servizio. Spero la
dott.ssa Adriana Martire ci aggiorni, se
esista analogo progetto alla Provincia
di Foggia. E, comunque, nel limite del possile, poter informare i
lettori sui dati di Cerignola. Capire se
la nostra realtà sia paragonabile a quella di Taranto. Grazie
17-11-2013