Il futuro della cosiddetta “Cartiera” di Foggia – ovvero dello storico stabilimento di Capitanata dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – è sempre più oscuro e con esso anche quello delle famiglie dei 400 lavoratori che operano al suo interno. Una serie di normative e di mancati interventi governativi stanno mettendo a rischio la quasi totalità delle produzioni presenti nel sito dauno. I ricettari medici cartacei sono ormai in via di estinzione in seguito al già avviato processo di digitalizzazione del sistema sanitario, la produzione delle targhe automobilistiche, oltre al netto calo di immatricolazioni, dovrà fare i conti a breve con l’esecutività delle modifiche al Codice della Strada che prevedono la creazione della “targa personale”. L’ultima brutta notizia – che ha causato il licenziamento di sei giovani lavoratori apprendisti a scadenza di contratto e mette ora a rischio il futuro degli altri 80 nuovi assunti – è giunta dal Consiglio di Stato che ha concesso alla società Lottomatica di potersi svincolare dall’accordo con il Poligrafico per la fornitura degli scontrini del Gioco del Lotto.
La stampa delle ricevute di gioco è stata da sempre affidata al Poligrafico e da oltre sei anni i quasi 2/3 di questa produzione viene realizzata presso lo stabilimento di Foggia, dove 40 unità lavorative sono impiegate su tre turni per la suddetta lavorazione. Inoltre, la perdita di questa produzione, compromette anche l’attività della storica macchina “continua” (dove sono impiegate altre 40 unità lavorative) che produce la carta filigranata usata per gli scontrini che, senza la commessa del Gioco Lotto, vedrebbe dimezzati i propri volumi di lavoro. Le organizzazione sindacali Cgil-Cisl-Uil e Ugl di categoria non contestano le scelte di politica industriale dell’Istituto Poligrafico, ribadite nel piano industriale presentato dal Presidente e A. D. dell’I.P.Z.S. con la conferma della missione produttiva di fornitore della P.A. di tutti i prodotti aventi caratteristiche di sicurezza e la internalizzazione di produzioni come i bollini farmaceutici, diversamente da quello che strumentalmente sta facendo qualcuno in questi giorni – propinando notizie destabilizzanti e in contrasto con i piani di sviluppo dell’Azienda, con il rischio di fare da cassa di risonanza per lobby di potere che da tempo stanno minando il futuro dell’Istituto e della “Cartiera” di Foggia.
Infatti, negli ultimi anni c’è stato un vero e proprio attacco nei confronti dell’IPZS da parte di diverse lobby, le quali hanno tentato di “scippare” le produzioni dell’IPZS, cosa purtroppo avvenuta per la importante produzione relativa agli scontrini del Gioco Lotto. Difatti, il Consiglio di Stato ha inspiegabilmente ribaltato in appello il giudizio del TAR del Lazio e ha sancito di fatto la chiusura del reparto “Gioco Lotto”, a partire dal gennaio 2014, senza tenere conto della già precaria situazione lavorativa e occupazionale del nostro territorio. Le Organizzazioni Sindacali si chiedono come possa il Ministero dell’Economia permettere che la produzione degli scontrini venga effettuata da aziende private, le quali non possono adottare gli specifici e rigidi criteri di sicurezza presenti presso lo Stabilimento IPZS di Foggia, come il presidio di una sezione ispettiva dei rappresentanti del Ministero del Tesoro e la presenza continua (24 ore su 24) degli agenti della Guardia di Finanza, i quali vigilano su eventuali fenomeni di falsificazione del prodotto.
Per evitare l’ennesimo “scippo” ai danni di un territorio sempre più povero in materia di occupazione, le organizzazioni sindacali provinciali chiederanno nei prossimi giorni alle istituzioni territoriali, al Prefetto, al Comune, alla Provincia e alla Regione, ai politici della Capitanata, l’apertura di un tavolo di confronto al fine di scongiurare la paventata chiusura della “Cartiera”, anche attraverso un intervento del legislatore capace di tutelare le produzioni affidate dallo Stato allo Stabilimento foggiano e di garantire al cittadino e allo Stato la sicurezza dei prodotti, prevenendo eventuali fenomeni di contraffazione. È ora che le Istituzioni e i politici locali facciano sentire la propria voce contro le lobby di potere che mettono a serio rischio l’esistenza di una delle ultime realtà industriali presenti sul territorio di Capitanata.
Benissimo. Dovrebbe fare la stessa cosa con tutte le strutture statali: CHIUDERLE. Tutte le aziende pubbliche con il loro stuolo di dirigenti e dipendenti, per il 90% buoni a nulla , sono dei buchi senza fondo per le finanze pubbliche!! Per non parlare di alcuni sindacati e sindacalisti che incassano tangenti per le assunzioni!!!