La protesta ad oltranza “Fermiamo l’Italia”, cominciata il 9 dicembre dal Movimento dei forconi, dagli autotrasportatori e da altri movimenti ed enti autonomi, è arrivata al suo terzo giorno e la volontà ed energia non sembrano essere intaccate. Grande partecipazione del cosiddetto “popolino”, contro un potere politico troppo lontano dalle esigenze primarie di coloro che si trovano in uno stato di vera crisi. Il Movimento dei forconi si era già fatto sentire tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 quando, soprattutto gli autotrasportatori, paralizzarono l’Italia da nord a sud e in misura maggiore in Sicilia. Lo sciopero non è autorizzato da alcun sindacato: scelta consapevole degli organizzatori che hanno comunicato la volontà di distaccarsi dai sindacati per effettuare una vera protesta popolare e sfuggire a tutti quei limiti che il sindacato stesso impone. Nei due giorni passati erano presenti presidi in tutta Italia: Torino, Genova, Milano, Roma, Asti, Lucca, Reggio Emilia, Udine, Napoli, Palermo, Catania, Messina, Cosenza e tante altre città.
La Puglia ha partecipato attivamente alla protesta e c’è stata fin da subito grande partecipazione soprattutto in città come Cerignola, Andria, Bari, anche se non si possono tralasciare paesi come Orta Nova, Carapelle dove tutte le attività commerciali sono rimaste chiuse il 9 dicembre e i cittadini riuniti in piazza fino a serata inoltrata. La Puglia è stata caratterizzata fin da subito da tre principali presidi sulle strade: una decina di automezzi hanno bloccato la strada provinciale 231 a Corato, altri automezzi la tangenziale di Bari tra Carrassi e Poggiofranco, sulla A14 Bologna-Taranto ci sono state manifestazioni in uscita ad Andria e in entrata a Cerignola est ed infine anche sulla statale 613 Lecce-Brindisi in direzione nord ci sono state manifestazioni che hanno rallentato il traffico in prossimità dello svincolo per Surbo. La situazione più allarmante però si è avuta ad Andria dove i manifestanti hanno costretto i negozianti del centro commerciale Ipercoop a chiudere e hanno bloccato la rete ferroviaria della Ferrotramviaria che collega Andria-Bari.
Nella mattinata di ieri, 10 dicembre, ci sono stati forti disagi a Barletta dove la protesta dei forconi, alla quale si sono uniti anche gli studenti, ha bloccato la zona industriale su via Trani e la litoranea di Levante. I disagi sono continuati anche sulla statale 16 nel barese e nel foggiano. Anche la zona industriale di Molfetta, Exprivia, Network Contacts, il centro commerciale Mongolfiera, il Fashion District, sono stati presi d’assalto dai manifestanti che hanno ottenuto la chiusura dei negozi, così come l’Ipercoop di Andria che continua a rimanere chiuso e quello di Barletta. Uno dei pochi casi di violenza registrato in questi 3 giorni di manifestazione in Puglia, risale a ieri a Foggia quando due camionisti si sono rifiutati di fermarsi ai blocchi indetti dai manifestanti. Ad uno è stata bucata una gomma dell’autotreno, mentre all’altro il camion è stato preso a calci e parte del grano presente nella vettura è stata buttata a terra. La polizia ha avviato le indagini.
Oggi la protesta si è fatta sentire bloccando dalle ore 10.00 la circolazione ferroviaria alla stazione di Bisceglie. I binari sono stati liberati solo un paio d’ore più tardi causando la sospensione della circolazione della linea regionale Foggia-Bari. Coinvolti quattro treni a lunga percorrenza e tre regionali che nel frattempo sono rimasti fermi nelle stazioni di Giovinazzo, Molfetta, Trani, Barletta e Foggia, registrando dei ritardi fino a 130 minuti. Tutto questo si è realizzato e continua a realizzarsi nonostante il provvedimento del Prefetto di Bari, Mario Tafaro, che ha disposto il “divieto di assembramento degli automezzi lungo tutta la rete stradale ed autostradale della provincia dal 9 al 13 dicembre”. Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi dichiara di esser “in uno stato di Polizia, non è possibile scioperare come fanno i sindacati”. Lo sciopero si protrarrà fino a giovedì 12 dicembre e non mancheranno altri disagi. L’obiettivo è quello di riunirsi alla fine della protesta a Roma e manifestare esplicitamente contro lo Stato. Se il popolo arriva a ribellarsi senza volere l’appoggio dei sindacati, vuol dire che siamo arrivati davvero al capolinea.
Vorrei conoscer l’ odore del tuo paese,
camminare di casa nel tuo giardino,
respirare nell’ aria sale e maggese,
gli aromi della tua salvia e del rosmarino.
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
parlando con me del tempo e dei giorni andati,
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero,
come se amici fossimo sempre stati.
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri,
le strisce delle lumache nei loro gusci,
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri
GIOSUE’