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    È morto Riz Ortolani, il maestro delle colonne sonore

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    È morto a Roma all’età di 87 anni Riziero Ortolani, conosciuto come Riz, grande firma della musica da film. Nella sua lunga carriera ha lavorato con tutti i maggiori registi italiani da Vittorio De Sica a Dino Risi, Damiano Damiani, Pupi Avati. Tra le oltre trecento partiture, anche temi diventati un cult, come Il sorpasso. Ortolani era stato ricoverato per un intervento clinico, ma nelle ultime ore le sue condizioni si erano aggravate per il peggioramento di una bronchite. I funerali si terranno sabato 25 gennaio alle 15 nella Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo a Roma. Una carriera, la sua, che va dal cinema al teatro alla televisione, dalle composizioni classiche al podio per la direzione di concerti sinfonici di musiche per il cinema. Gli appassionati ricordano ancora la sua prima tournée in Giappone, nel 1982, quindici concerti nei maggiori teatri, alla direzione della prestigiosa Orchestra Sinfonica di Vienna. Alcune sue composizioni sono state utilizzate da Quentin tarantino nei film Kill Bill vol. 1 del 2003 e Kill Bill vol. 2, l’anno seguente, e anche nel più recente Django Unchained.

    Ortolani era nato a Pesaro il 25 marzo del 1926. Ultimo di sei fratelli, e figlio di un appassionato di lirica, inizia presto a studiare la musica: a soli quattro anni il padre lo inizia allo studio del violino ma dopo quattro anni un incidente d’auto gli procura una grave lesione al gomito sinistro e Riz è costretto a cambiare indirizzo di studi. A dodici anni il padre lo iscrive al prestigioso Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro (dove già il fratello maggiore e una sorella studiavano violino), e lì il giovanissimo Riz studia composizione e flauto. A diciannove anni si diploma ed entra nell’Orchestra stabile di Pesaro come primo flauto. A ventidue anni si trasferisce a Roma, per fare il pianista in una sala da ballo, poi entra alla Rai, come arrangiatore delle orchestre radiofoniche. Non ha ancora trent’anni quando mette in piedi la sua prima jazz band e nel 1954 firma la sua prima trasmissione, come direttore d’orchestra, per il programma radiofonico Occhio magico. Ma l’Italia comincia ad andargli stretta: fra la metà degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, Ortolani vive prevalentemente all’estero. Lavora come direttore d’orchestra in locali da ballo celebri, come il Ciro’s di Hollywood. Collabora con le grandi società di produzione di Hollywood, dalla MGM alla United Artists, dalla Paramount alla Columbia Picture alla Embassy Picture. Proprio la United Artists gli chiede di trasferirsi in pianta stabile a Los Angeles ma lui preferisce non lasciare definitivamente l’Italia e il suo cinema. Tra gli altri film made in Usa: MayaLa Rolls Royce gialla, Anzio con Robert Mithum, The Seventh Dawn, Hunting PartyValachi PapersThe Glory Gays. Nel 1956, a Città del Messico, sposa Katyna Ranieri, cantante e attrice italiana separata da un ufficiale dell’aviazione dal quale aveva avuto un figlio, Enrico. Ortolani e la Ranieri si sposano con rito civile e il matrimonio viene trascritto in Italia solo otto anni dopo, quando viene ricelebrato con rito religioso. La coppia ha avuto una figlia, Rizia Ortolani. Rientrato in Italia nel 1961, insieme al compositore napoletano scrive la colonna sonora di Mondo cane, il film di Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara e Franco Prosperi: la canzone dei titoli di testa, More (testo di Norman Newell), vince un Grammy Award e conquista una nomination all’Oscar come brano originale. More si trasforma in un enorme successo internazionale e nel giro di pochi anni viene incisa in più di trecento versioni. Sarà Katyna Ranieri a eseguire il brano alla Notte degli Oscar del 1964, ancora oggi unica cantante italiana scritturata per esibirsi durante la cerimonia di consegna delle statuette.

    Il nome di Riz Ortolani resta legato anche all’orchestra di musica leggera da lui fondata e che porta il suo nome e con la quale ha girato il mondo. Ma buona parte della sua fama si deve alle tantissime (oltre duecento) colonne sonore realizzate per film italiani e internazionali. Fra i più noti Il sorpasso (1962), Danza macabra (1964), Africa addio (1966), I giorni dell’ira (1967), Addio zio Tom (1971), Fratello sole, sorella luna (1972), Sette orchidee macchiate di rosso (1972), Cannibal Holocaust (1980). Fra i suoi lavori più recenti, le musiche per la fiction Un matrimonio, di Pupi Avati, in onda fino a pochi giorni fa su RaiUno. Quello con il regista bolognese è stato un vero e proprio sodalizio: Ortolani ha firmato le colonne sonore di tutti i suoi film, da Aiutami a sognare (1981), Una gita scolastica e Zeder (entrambi dell’83), Impiegati e Noi tre (1984) a Festa di laurea (1985), Regalo di Natale (1986), Ultimo minuto (1987), da Storia di ragazzi e ragazze (1989), Fratelli e sorelle (1991), Magnficat (1993) a Il testimone dello sposo (1997), La via degli angeli (1999), I cavalieri che fecero l’impresa (2001), da Il cuore altrove (2003), La rivincita di Natale (2004) a La seconda notte di nozze e Ma quando arrivano le ragazze? (2005), La cena per farli conoscere (2006), Il nascondiglio (2007) fino ai film più recenti del regista. Ma sono importanti anche le prestigiose collaborazioni con Damiano Damiani e altri registi come Vittorio De Sica, Antony Asquith, Edward Dmytrik, Alberto Lattuada, Terence Young, Robert Siodmak, Dino Risi, Franco Zeffirelli, Carlo Lizzani. Ma oltre al contributo artistico dato al cinema, va ricordato anche quello che Ortolani diede alle grandi produzioni televisive internazionali, come la prima stagione di La piovraCristoforo Colombo di Lattuada, La primavera di Michelangelo di Jerry London e, ancora più indietro nel tempo, gli sceneggiati più popolari come La cittadellaLa freccia neraDavid CopperfieldE le stelle stanno a guardare. Nel 2004, nell’ambito del Premio Pippo Barzizza, gli era stato assegnato il Trofeo alla carriera in qualità di arrangiatore e compositore. Di recente aveva composto la sua prima opera teatrale, Il principe della gioventù, andata in scena in prima mondiale alla Fenice di Venezia il 4 settembre del 2007. (tratto da repubblica.it)

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