A ricordarlo appassionatamente è la Fondazione Giuseppe Tatarella, nelle parole del nipote Fabrizio, oggi direttore di Puglia d’Oggi, giornale fondato dallo stesso ex-ministro pugliese. L’8 febbraio del 1999 moriva uno dei politici pugliesi di maggior spessore, che sarà ricordato a Bari il 21 febbraio con un concerto al Teatro Petruzzelli e a Cerignola il 28 febbraio presso la Sala Consiliare del Comune di Cerignola.
In questi quindici anni tanti sono stati i ricordi della figura di Pinuccio Tatarella. Tra i contributi più significativi, quello più attuale è certamente il pensiero di Massimo D’Alema all’epoca Presidente del Consiglio, espressione del Pci e avversario di Pinuccio: “Tatarella era un uomo che aveva una grande passione politica, una passione politica che si forma in chi sale l’edificio anche del potere, degli onori, partendo dallo scantinato; ad ogni piano che sale sa che domani potrebbe ridiscendere quelle scale, ma questo non spezzerebbe la sua passione. Io ammiro questo, lo ammiro profondamente e penso che un grande paese democratico abbia bisogno di passione politica: da una parte e dell’altra. Penso che il fatto che egli non ci sia più diminuisca un po’ la presenza di questa virtù ed anche per questo lo piango”. In questa giornata particolare, in cui si rinnova il ricordo da parte delle Istituzioni, e del mondo politico in generale, e il dolore per chi ha avuto la fortuna di averlo conosciuto, e per i parenti in particolare, vogliamo ribadire un concetto. Pinuccio Tatarella appartiene a tutti. A destra, a sinistra, a chi l’ho conosciuto e chi né ha solo potuto osservare i comportamenti o semplicemente sentito parlare. Pinuccio appartiene alla storia della destra italiana, da cui proviene, a quella del centrodestra italiano, che per primo ha immaginato tanto da esserne inserito nel Pantheon delle figure di riferimento politico e culturale per una vasta area, e, segnatamente, alla storia politica del nostro paese. Il Tatarella che va ricordato, senza strumentalizzazioni del caso dovute al contesto politico, è il produttore di politica, l’animatore di convegni, giornali e il realizzatore di cose pubbliche, perché la politica è amministrare, realizzare qualcosa per la propria gente. Per questo il suo ricordo è incancellabile, perché ha lasciato un segno tangibile della sua azione politica da assessore alla Cultura del Comune di Bari alla costruzione del più moderno Ospedale pugliese, quello di Cerignola, che dal Governo fece finanziare e che non a caso è, oggi, a lui intitolato. Sono state tenacia, passione e lealtà, tutte caratteristiche assenti nella politica di oggi, a fare di quel giovane che veniva da Cerignola e che per decenni aveva combattuto nelle strade nelle piazze di Bari una solitaria battaglia politica, un uomo che ha contribuito in modo decisivo alla nascita di una destra democratica nel nostro Paese e al superamento di vecchi steccati ideologici tipici del novecento. Ha ragione il suo amico ed avversario Luciano Violante quando afferma che “Tatarella ci ha insegnato la differenza tra morire e finire. Grazie alla sua personalità generosa e alla sua frenetica attività politica a distanza di tanti anni molti ancora lo ricordano e la politica a lui fa sempre costante riferimento. Ecco perché Tatarella è morto, ma non è finito”.
quindicianni fa moriva la destra italiana
raudi dove sei
almirante dove sei
pinuccio dove sei
Il nostro CARO e AMATO PINUCCIO è in pace.
Se campava, qualcuno sicuramente se la sarebbe vista male.
Lui era una persona per bene………ora invece siamo corcondati dalla feccia.
Il vero problema siamo noi…..siamo NOI che non vogliamo liberarci…dalle cacche.
RICORDIAMOCI UNA COSA CHE SOLO NOI POSSIAMO CAMBIARE L’ITALIA.
Non dimenticate che il caro pinuccio diceva di essere originario di bari e non di Cerignola…