Si torna ancora lì. Si insiste sulla barzelletta dell’Incompiuto. Si afferma enfaticamente che il Duomo, “maestosa Cattedrale che domina Cerignola”, è Incompiuto. Non è vero. Strutturalmente e funzionalmente è un organismo Compiuto, Autosufficiente. E la sua compiutezza si dà anche come evento storico, come testimonianza e documento chiaro delle vicende storiche, drammatiche e numerosissime, che si sono addensate ed incrostate su tutto l’edificio, dentro e fuori. La stessa edicola ornamentale mancante del Portale centrale è testimonianza dello scempio patrimoniale del Duomo Tonti, di un tempo sociale che non ha permesso di concretizzarla. Quell’assenza (non incompiutezza!) testimonia gli sperperi che non bisogna dimenticare. La cripta. Le cripte, da sempre, non sono mai state la sede naturale per seppellirvi i Vescovi. Originariamente lo erano per custodire i Santi cui la Chiesa era dedicata. Solo col passare dei secoli (di cripte si parla sin dal tempo delle Catacombe) furono destinate ad accogliere i Defunti, sia i Semplici quanto i Togati. Ora è la stessa Normativa CEI a confermare quanto già si sa che “ALCUNE VOLTE nella Cattedrale si seppelliva (al passato) il Vescovo…”.
Ribadiamo quanto più volte affermato: la Compiutezza Storica e Documentale di questo notevole monumento architettonico, unico al mondo tutto tufo a vista, va solo con piena responsabilità etica custodita. E’ il caso, ora, di ribadire il nostro assunto essenziale: manu de tabula tollere. Noi del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, della Sede locale dell’Archeoclub d’Italia e del Museo Etnografico Cerignolano ci muoviamo, e ci siamo mossi, come da Statuto in tal senso: giù le mani dalle Opere d’arte, dai monumenti, dai documenti di varia natura ivi compresi quelli cartacei. E’ da un paio di secoli che le cripte sono andate ovviamente in disuso, sostituite da Cimiteri o Campi Santi. E tanto spiega ad ogni evidenza il perché per il Duomo non fu ne poteva essere prevista una cripta. In presenza di falda acquifera, poi, ancora meno! Inoltre, per quali Vescovi questa megacripta dacché, passati in pensione, possono essere messi a dimora nei propri territori di provenienza? E vi è di più: è in predicato la grossa questione della riduzione delle Diocesi. Per Foggia da cinque a tre, per cui la nostra diocesi sarà molto probabilmente accorpata ad altra. Lo dice e lo vuole il Papa. E’ Lui ad affermare che occorre “ridurre un po’” le diocesi. Una linea lungimirante di “economia” plurivaloriale voluta dal Papa e dal Cardinale Bagnasco confermata: “Se il Papa è convinto di questa linea” – dice Bagnasco – la CEI farà suo “il riassetto” delle diocesi italiane, attualmente, 226 su un territorio di 300 mila chilometri quadrati.