La polemica sui lavori al Duomo da mesi interessa una parte cospicua di cittadini, di associazioni di settore, e di una certa politica. Per quest’ultima ragione, infatti, nei giorni scorsi era intervenuto il Primo cittadino Giannatempo che, rimarcando la volontà esclusiva del Vescovo di Molfetta nell’esecuzione immediata dei lavori, aveva chiesto ai consiglieri tutti, senza distinzioni di colore politico, di andare personalmente a verificare il cantiere. Pochi minuti fa, dopo il già dichiarato rifiuto del Movimento Politico la Cicogna, con una nota pubblicata sul proprio portale, alcuni consiglieri del PdL e di Forza Italia, che negli ultimi tempi si sono posti criticamente rispetto alla linea politica del Sindaco, rimarcando la volontà di giudicare volta per volta i singoli provvedimenti, hanno rilasciato dichiarazioni di netta opposizione all’iniziativa di Giannatempo: «Non c’è alcuna ragione per cui si debba andare sul posto a verificare tecnicamente i lavori del Duomo Tonti». Con queste parole, i consiglieri del Popolo della Libertà-Forza Italia, Onofrio Bombino, Gianvito Casarella, Mario Distefano, Arcangelo Marro e Paolo Vitullo, rimandano al mittente l’invito per le 12.30 di mercoledì 15 gennaio, quando una delegazione di consiglieri sarà in cattedrale a seguire i lavori.
E’ bene specificare che l’iniziativa, per quanto singolare, era nata dalle perplessità evidenziate dalla locale associazione culturale, Archeoclub, che nei mesi scorsi ha raccolto 7100 firme contro l’ampliamento e l’adeguamento liturgico della cattedrale. In verità, va sottolineato che si tratta di qualcosa che da molto tempo tiene banco e che, stranamente, solo oggi interessa una certa agenda politica, nonostante i numerosi tentativi di Stuppiello e dell’Archeoclub, sfociati in una richiesta ufficiale di Consiglio monotematico mai realmente evasa. «Siamo convinti che ci siano tecnici adeguatamente preparati – fanno sapere i 5 – che rendono del tutto superflua la nostra presenza. A ciascuno il suo. Mercoledì non ci saremo. Non entriamo nel merito dell’opportunità di quei lavori, ma non possiamo neppure avere titolarità e competenza per verificarne la corretta esecuzione». Tralasciando le qualifiche professionali di ognuno dei cinque firmatari (difficile credere che qualificati ingegneri e architetti non abbiano almeno le “competenze per verificare la corretta esecuzione” di lavori edili, ndr), le parole della nota stampa sembrano piuttosto un pretesto per puntare nuovamente il dito contro la gestione amministrativa di Giannatempo. In conclusione, infatti, i cinque affermano provocatoriamente: «Il Duomo è un lascito testamentario del benefattore Paolo Tonti che lo donò al Comune. Ora l’Ente lo doni alla Curia, perché ne assicuri con propri mezzi la manutenzione costante e l’agognato adeguamento liturgico, ad uso e servizio dei cittadini». Lo si chiede oggi, e solo oggi, pubblicamente, con una nota stampa. Che sia una nuova pagina della crisi del governo Giannatempo?
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Ma ci volete proprio fare perdere tempo a commentare……tanto voi siete quelli che decidono tutto….fino a quando non sapremo…ma a breve termine consegnerete le targhette..e finalmente tutti a casa..che di danni ne state combinando..pazienza il popolo di Cerignola starà molto attento la prossima volta.
VI SIETE PRATICAMENTE SCAVATI LA FOSSA SIN DAL PRIMO GIORNO.
POVERA CERIGNOLA.
hai proprio ragione,siamo cotti.
, Ognuno si lava le mani e cosi facendo scarica la colpa su un tizio o su un caio e nessuno vuole capire che il
DUOMO EST DI TUTTI NOI CERIGNOLANI quindi se si puo fare ancora qualcosa si faccia senza fare scarica barili.