AGGIORNAMENTO 22.30 Votata all’unanimità lo scioglimento e la messa in liquidazione della società consortile patto di Foggia. Si passa al punto 5 sulla questione ambientale, richiesta da Cicogna e Paparella. La discussione ha visto gli interventi tra gli altri di Ruocco, di Laguardia e di Vitullo, anche se la conclusione, con varie integrazioni, è stata quella di affidare la tematica a una successiva assise non prima di un lavoro propedeutico preliminare effettuato dalle commissioni Ambiente e Sanità, con l’auspicabile presenza di esponenti di settore. Si vota all’unanimità e si passa all’ultimo punto, riguardante il tema Sicurezza che, però, viene rinviato su proposta di Longo, votato dalle opposizioni con l’astensione della maggioranza presente. Il Consiglio si chiude alle 22.20.
AGGIORNAMENTO ORE 20.30 Ultimate le interrogazioni, con Romano che dunque non intende rassegnare le dimissioni, prende la parola Rocco Dalessandro (Pd) il quale annuncia: «Cerignola non ha una mortalità tumorale maggiore rispetto agli altri centri della Regione. Ci si ammala per l’aumento delle aspettative di vita e perché rispetto ad alcuni decenni fa i tumori vengono meglio e prima diagnosticati. L’incidenza dei tumori a Cerignola nel periodo 2000-2009 è del 24%, agli ultimi due posti nella provincia». Si passa poi alla “non discussione” riguardo l’autoconvocazione dell’Archeoclub sui lavori di adeguamento del Duomo: si sollevano perplessità sulla legittimità della stessa e si vuole rimuovere il punto perché ormai tardivo, visto che i lavori sono in fase d’ultimazione. Né sono presenti in aula rappresentanti dell’Archeoclub, ma si è assistiti ad un dibattito che è durato oltre due ore, senza costrutto, poiché esso si basa sulla proposta di ritiro della delibera con la quale si autorizzavano i lavori. Sono stati proposti anche emendamenti che non possono essere ricevibili (donazione del Duomo alla Diocesi; donazione in cambio di ristrutturazione di Piazza Duomo e zone circostanti): si ribadisce però, che tutta la discussione non produrrà alcunché di concreto.
AGGIORNAMENTO ORE 17.45 Si parte con notevole e imbarazzante ritardo, alle 17.25 (la convocazione era prevista per le 15.30, ndr), dopo l’appello che ha visto presenti 20 consiglieri. Assente per il momento il Sindaco Giannatempo. Non ci sono comunicazioni del Primo cittadino, né del Presidente del Consiglio; i verbali delle sedute precedenti sono approvati all’unanimità dei presenti. Si passa alle interrogazioni per le quali Curiello ricorda che si può dedicare al massimo un’ora. Dopo le richieste di risposta scritta per le interrogazioni più datate si giunge a quella del Movimento Politico la Cicogna, nella quale si richiedono ufficialmente le dimissioni dell’Assessore Romano per le note vicende tra questi e il Vicario Don Carmine Ladogana. Lepore legge il documento e chiede spiegazioni al Sindaco e all’Assessore Romano. Curiello concede la replica a Romano prima di passare agli eventuali interventi dei Consiglieri presenti. «Le richieste di spiegazioni da parte vostra sono più che legittime – afferma Romano -, ma devo sottolineare che ci sono due problemi: primo, bisognerebbe verificare le fonti, e secondo, oggi mi sarebbe piaciuta qui tra noi la presenza di Don Carmine. In realtà qui c’è solo la mia versione e questo non rende giustizia e non spiega la mia reazione, cosa è accaduto e perché io ho reagito. La reazione, sbagliata, è comunque qualcosa di insito nell’uomo – prosegue il delegato al Sociale -, ma è giusto che qui tutti conoscano la verità e chiedo scusa al Sindaco per questa doverosa precisazione. Non c’è nulla di politico in questa faccenda, due persone normali, maleducate, che hanno litigato all’uscita di un cinema. Io mi sono sentito dire alle spalle, in dialetto, “anche gli scemi vengono al cinema”, mi sono girato e ho chiesto se si riferisse a me e lui ha aggiunto anche “pezzo di m….”, di lì la mia reazione. Credo di aver riferito già le mie scuse per la reazione, ho mandato anche messaggi privati a Don Carmine senza risposta. Credo sia chiusa qui la vicenda schiaffi. Se poi vogliamo andare oltre e fare un discorso postumo – conclude Romano – possiamo farlo e se volete ne parliamo; spero di essere stato esauriente, e non mi dimetto per un ragionamento molto semplice: se tutto fosse avvenuto in una istituzione, Comune o chiesa ad esempio, potrei capire le richieste, ma io ho reagito fuori da luoghi istituzionali. In quel momento io non ero Assessore e lui, probabilmente, non era prete». Lepore replica ricordando, sostanzialmente, che «si è Assessori sempre e Consiglieri sempre, mentre nulla ha a che fare il Romano uomo. Un rappresentante istituzionale – afferma Lepore -, non può avere reazioni di questo tipo, anche dopo essersi scusato, seppur parzialmente». La discussione prosegue sulla opportunità di accettare questa come sola interrogazione o renderla mozione e, quindi, aprire una più ampia discussione.
Bugiardo! Menti sapendo di mentire! Hai a cuore solo la poltrona non la tua cittá! Vattene!
SE SONO VERE , E CI CREDO, LE PAROLE DI ROMANO ANCHE MONSIGNORE SI DOVREBBE DIMETTERE DA VICARIO