Ultimo giorno da Presidente del Consiglio per Enrico Letta, che proprio poche ore fa è salito al Quirinale per consegnare le proprie dimissioni da capo dell’esecutivo. Letta ha lasciato dopo soli dieci mesi dall’assunzione della carica e lo ha fatto proprio nel giorno in cui l’ISTAT ha annunciato il cambio di segno davanti al PIL (da meno a più, dopo anni di trend negativi). “Ho fatto tutto quello che era possibile”, ha detto sereno ai propri collaboratori. Sentiti i ringraziamenti dispensati in mattinata. Nel corso della mattinata si è svolta l’ultima seduta del Consiglio dei ministri, conclusasi con un sobrio brindisi. Sono stati questi gli effetti della decisione presa ieri in casa PD. La direzione ha votato a larghissima maggioranza la risoluzione che ha aperto la crisi di Governo. Ad opporsi la sola corrente riconducibile a Civati. Enrico Letta rottamato da Renzi e da un PD coeso e frettoloso.
Al premier in uscita, prima di abbandonare, non è rimasto che replicare timidamente agli sfiducianti. “Farisei”, così ha definito gli artefici della manovra politica che lo ha costretto a lasciare. Così si è voltato pagina. L’esperienza del recente esecutivo delle larghe intese è volta alla conclusione, mentre l’attenzione degli italiani si è soffermata sulla Toscana e sul suo capoluogo, dove oggi il Sindaco Renzi ha formalizzato le ultime pratiche per la cessazione dalla carica. E mentre l’homo novus, vincitore delle primarie, scalda i motori…le istituzioni si preparano all’avvicendamento. Cambio alla leadership, nuove figure al comando. Nessuna elezione, però. Al via le consultazioni, cui sembra prenderà parte anche Berlusconi. La maggioranza di Governo dovrebbe rimanere la stessa. Il NCD di Alfano sembra rimanere disposto a comporre e sostenere un esecutivo a forze miste. Così alcuni dei suoi membri fanno sapere: “Il PD sta cambiando il Presidente del Consiglio, ma non la natura del Governo. Continuiamo ad essere disponibili a sostenere un ‘governo di servizio’ che provveda a fronteggiare le esigenze del Paese, ma non sosterremo mai un governo di sinistra – con anche SEL, s’intende -”.
Numerose le polemiche sollevatesi rispetto alla staffetta approntata in casa PD. Furiosi i Cinque Stelle, i quali ritengono che il PD avrebbe dovuto avere l’accortezza di sfiduciare il suo leader in Parlamento. L’apice delle critiche è ravvisabile nelle dichiarazioni di Grillo, che nel suo blog apostrofa così il Sindaco di Firenze: “Renzi è un carrierista senza scrupoli”. Sono stati in molti i personaggi della politica a richiedere che la sfiducia al Governo passasse dalle Camere. Persino Renzi si era dimostrato favorevole a questa soluzione. Non meno duri sono stati i commenti provenuti dalle fila di FI e SEL. I primi hanno definito il cambio al vertice incostituzionale, mentre Vendola ha descritto l’ascesa di Renzi il frutto di un vero e proprio scontro di potere in seno ai democratici. Cala così il sipario sull’opera di Letta. I riflettori si puntano sull’ormai ex giovane Sindaco, che già parla della nuova squadra di Governo. Classe ’75, freschezza ed eloquio. Per lui sarà il primo incarico a palazzo Chigi. Un paese intero è in trepida attesa. Attendiamo di scoprire se il neo premier presterà fede alle promesse ed ai programmi annunciati in più d’una circostanza od occasione. Le parole di Renzi, in questi mesi, hanno infuocato l’elettorato procurandogli un vastissimo consenso elettorale. A lui l’arduo compito di rimanere all’altezza delle aspettative.