“Le leggi razziali sono state il ‘contributo italiano’ alla tragica strategia dello sterminio degli ebrei programmata ed attuata dal regime nazista”. Così Luca Anziani, componente del direttivo dell’associazione Casa Di Vittorio, spiega la scelta di organizzare la presentazione del libro I vicini scomodi (Giuntina, 2014) scritto da Roberto Matatia sulla base delle memorie di una sua procugina, testimone diretta dell’esemplare vicenda di una famiglia ebraica. L’evento è in programma a Cerignola giovedì 6 febbraio, a partire dalle ore 18.30, presso l’Ex Opera (piazzale San Rocco, 32). Oltre all’autore, parteciperanno Lucio Cioffi, storico e docente di lettere della scuola media ‘Padre Pio’, e lo stesso Luca Anziani. L’iniziativa dell’associazione Casa Di Vittorio, di cui è partner il Centro Sociale Evangelico, ha il sostegno della Regione Puglia, della Banca Etica e della Chiesa Valdese, e si avvale della collaborazione dell’associazione Oltre Babele e di Ex Opera.
È l’estate del 1938. Nissim è un ebreo greco, da pochi anni trasferitosi in Italia. Le sue capacità gli hanno permesso di raggiungere la tranquillità economica. L’apice del suo successo è una casa di mattoni rossi che sorge nella via più elegante di Riccione, di fronte alla spiaggia e, soprattutto, a pochi metri dalla villa dell’uomo più potente dell’epoca: il Duce. Una posizione ambita e invidiata da uomini di potere, fossero gerarchi o industriali. Mentre l’estate prosegue fra feste, ricevimenti, vita di spiaggia, l’atmosfera, per gli ebrei, comincia a farsi pesante. Una vicinanza così evidente di una famiglia di ebrei alla residenza di Mussolini è decisamente inopportuna. Così, sempre più insistenti iniziano le pressioni degli sgherri del regime sul povero Nissim affinché venda la villa. Nissim resiste disperatamente, finché le leggi razziali non cadono come una mannaia anche su di lui. Le minacce di violente ritorsioni costringono la famiglia a cedere per pochi soldi la famosa villa e a cercare di sopravvivere nella condizione di paria in cui la legislazione razziale li ha ridotti.
“L’epilogo di questa vicenda di ordinario sopruso razzista – continua Luca Anziani – è la deportazione ad Auschwitz dell’intera famiglia Matatia: quattro di loro vi trovarono la morte; il quinto scampò allo sterminio, ma morì due mesi dopo la sua liberazione. Per decenni si è tentato di sminuire il ruolo avuto dal fascismo nella Shoah, ma sono le mille e mille storie apparentemente minime come questa che ne restituiscono tutta la tragica dimensione e impongono, anche a noi italiani, di avere buona memoria per impedire che il razzismo diventi parte del nostro patto sociale”.