“Sarà il 27 di questo mese che a Montecitorio si voterà per riformare la legge elettorale. La decisione è di questa mattina ed è stata assunta dai capigruppo della Camera dei Deputati. Si diradano così tutti i dubbi sulla fissazione della discussione in aula che i botta e risposta degli ultimi giorni avevano sollevato, riempiendo la pagine dei social. A prevalere, alla fine, è stata la linea del PD: spingere per arrivare al voto entro la fine del mese. Tutti, dunque, chiamati a decidere, e fin da subito. Così il NCD di Alfano, dettosi disponibile a discutere la riforma elettorale anche a inizi febbraio, sarà chiamato ad onorare già fra due settimane gli impegni assunti nel recente patto di governo. Un’indagine conoscitiva sul tema occuperà i lavori della commissione fino al giorno 17. Tre giorni dopo si aprirà la disamina delle proposte. Il testo che giungerà a stesura sarà presentato al voto plenario il giorno 27. Questi i tempi dell’iter parlamentare. Tempi che si spera di non sforare, nonostante i grandi appuntamenti ai quali l’assemblea sarà chiamata in questo mese. Altri due notevoli impegni nell’agenda parlamentare dei prossimi giorni: le conversione in legge del decreto “Destinazione Italia” e quella dell’omologo relativo al piano carceri. Atti del Governo, questi, che stanno entrambi per scadere e che ancora non sono stati trasmessi al Senato.
La previsione di tre votazioni di tale peso e a così poca distanza l’una dall’altra ha acceso, perciò, lo scetticismo. Così alcuni temono che possa registrarsi uno slittamento dei termini programmati. Enrico Costa, capogruppo del NCD alla Camera, ha, per esempio, parlato del “rischio di una contraddizione con i tempi” che potrebbe fare sì che quella annunciata sia solo una “data spot”. Ma dal PD e dai tweet del suo premier Renzi solo soddisfazione e fiducia. Il neosegretario ha proposto tre alternative al Porcellum: Mattarellum, sistema elettorale spagnolo e sistema elettorale italiano per l’elezione dei Sindaci nei grandi Comuni. Il primo, che mutua il nome dal relatore della legge che lo introdusse, Sergio Mattarella, è l’unico maggioritario fra i modelli proposti. Di ispirazione proporzionale gli altri due, con quello ispanico variamente apprezzato da Denis Verdini, fedelissimo di Berlusconi, e quello comunale che sembra piacere a Renzi più degli altri due. Netta, infine, la chiusura dei Cinque Stelle che, attraverso le parole del deputato Danilo Toninelli, hanno fatto sapere di non essere disposti ad alcun tipo di dialogo con il PD circa la nuova legge elettorale”.