Mobarok, 18 anni, Bangladesh, arriva in Italia meno di un anno fa alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore. Dopo mesi trascorsi nel centro di accoglienza di Borgo Tressanti, otterrà presto il permesso di soggiorno e potrà realizzare il suo sogno: trasferirsi a Bologna dove un suo amico gli ha trovato un lavoro in un ristorante. Shahid, Marocco, nel 1996 si trasferisce, insieme alla sua famiglia, a Cagliari, ma ben presto perde il lavoro e, insieme a questo, il permesso di soggiorno. Dal 2003 gira invano l’Italia alla ricerca di un lavoro. Paga oltre 2.000 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno ma viene truffato. Da qualche anno vive nel ghetto di Tre Titoli e un giorno spera di ricongiungersi alla sua famiglia in Sardegna. Charles, Ghana, arriva a Vicenza nel 2001. Versa quasi 10.000 euro tra le spese per il viaggio e le “pratiche” sottobanco per ottenere il permesso di soggiorno, ma anche lui viene frodato dagli sciacalli della disperazione. Come quasi tutti i braccianti africani che lavorano in Puglia, lavorava nelle fabbriche e nei cantieri del Nord. Poi la crisi gli ha portato via il lavoro e si è incamminato verso il Sud, verso le campagne di Tre Titoli.
Queste sono solo alcune delle storie raccontate dagli immigrati che vivono nel centro di accoglienza di Borgo Tressanti e nel ghetto di Tre Titoli, accolti lo scorso sabato, nella Parrocchia di San Domenico, per una giornata di preghiera e di socialità, di festa e di condivisione, tutta dedicata al tema dell’accoglienza solidale. Storie di diritti negati, sfruttamento, degrado ma anche di speranza e voglia di riscatto. Storie di chi ha lasciato il suo Paese per raggiungere l’Italia, la Terra Promessa per un popolo di disperati, per sfuggire alla guerra e alla fame, per poi trovarvi solo altre miserie, altre ingiustizie, altri padroni. “A tutti loro promettiamo che presto non saranno più soli”- dichiara l’Avvocato Stefano Campese che, insieme ad un team di legali composto da Nicola Famiglietti, Gabriele Romagnuolo, Massimo Granato, Mena Paolicelli, Gaetano Panunzio e Antonio Caringella, darà vita anche a Cerignola, presso la Parrocchia di San Domenico (Piano San Rocco, 32), allo sportello giuridico di “Avvocato di Strada”, l’associazione che offrirà tutela legale ai cittadini senza fissa dimora. La presentazione ufficiale alla cittadinanza, il 17-18 gennaio prossimi, in una due giorni intitolata “Diritti senza confini”, dedicata al tema dell’immigrazione, dell’inclusione sociale, dei diritti degli ultimi. Al suo interno sarà inaugurato lo sportello di “Avvocato di strada Cerignola”. Di seguito il programma dell’iniziativa:
-17 gennaio, ore 19.30, parrocchia di San Domenico: proiezione del film inchiesta ‘Schiavi’ di Stefano Mencherini. A seguire dibattito con il regista. Ingresso gratuito.
-18 gennaio, ore 10.30, ExOpera (saletta interna): inaugurazione dello sportello ‘Avvocato di strada Cerignola’ e pubblico dibattito sul tema: “Inclusione, lavoro, giustizia: la città fragile chiede diritti”. Ingresso gratuito.
ore 22.00, ExOpera: concerto di Sandro Joyeux (Antischiavi tour). Ingresso gratuito.
“Questo progetto- spiega Campese- è il frutto della logica del fare, la voce forte dell’impegno sopra il frastuono del chiacchiericcio inutile. Rimbocchiamoci le maniche. Che l’avventura abbia inizio”.
… bravi ma a cerignola sara difficile se nn impossibile sfondare il muro dell ignoranza… cmq ci vuole coraggio… complimenti a chi ne ha dimostrato
Bravi e buon lavoro. La diversità non è una malattia, l’ignoranza lo è sempre.