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Cicli e ricicli: Cerignola e le amministrative 2015

Pubblicato 12 Febbraio 2015 - 00:10 da Vito Balzano

Che nesso c’è tra la teorizzazione vichiana (dei Corsi e Ricorsi storici) e la politica cerignolana prossima all’elezione del nuovo Sindaco? Giambattista Vico, era convinto che la storia fosse caratterizzata dal continuo e incessante ripetersi di tre cicli distinti: l’età primitiva e divina, l’età poetica ed eroica, l’età civile e veramente umana. Il continuo ripetersi di questi cicli non avveniva per caso ma era predeterminato e regolamentato dalla provvidenza. “Teoria dei corsi e dei ricorsi storici”, questo il nome comunemente riconosciuto per la teorizzazione.

Cicli Il quadro politico-amministrativo locale ha vissuto momenti di altalenante positività, ma anche black out di inspiegabile ragione negli ultimi vent’anni. Il fallimento di cinquant’anni di sinistra portarono, nel 1993, al grande voto di protesta con la destra di Alleanza Nazionale che sale nel ‘palazzo rosso’ comunale. Era concluso il tempo della CGIL di Di Vittoriana memoria, dei braccianti consapevoli, degli “Almirante qui non entra”: era finito un ciclo, quello dell’età primitiva e divina. Esperienza ben più breve, di contro, quella della destra ex missina, con Salvatore Tatarella prima, e Antonio Giannatempo poi, che pur conservando il governo della città per dodici anni, vede l’ascesa del centrosinistra targato Matteo Valentino nel 2005: finisce l’età poetica ed eroica. Ancora un altro ciclo, ben più confusionario, di alternanza passiva tra destra e sinistra, porterà al governo attuale, in carica fino a maggio 2015 e guidato nuovamente da Giannatempo: si conclude l’età civile e veramente umana.

Ricicli La volontà di diventare Sindaco di una città, o almeno candidato a questa carica, spesso nasconde questioni ben più complesse e di difficile decifrazione dell’elettorato medio. Il cittadino comune, purtroppo, non conosce fino in fondo cosa accade nei circoli ristretti, nelle riunioni in sezioni di partiti o di movimenti o di semplici associazioni che fanno politica. Quei tavoli aperti solo ad alcuni, non pubblicizzati, magari fuori porta, che sottendono disegni ben più complessi, accordi da ‘prima repubblica’: in parole povere tutto ciò che alla massa è meglio non raccontare, onde evitare di far la fine degli ignavi di dantesca memoria (coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte). Ecco che allora il leitmotiv delle scorse amministrative oggi viene sovvertito: correremo da soli, oltre i partiti, urlava un soddisfatto e convinto Metta nel 2010. Oggi, diversamente, carica in barca gli epurati del Pd, Leonardo Paparella e Rino Pezzano, Ricambio Generazionale, capeggiato da Carlo Dercole, il figlio politico di Fabrizio Tatarella, e ancora la proposta i-Cattolici, dopo la gaffe di cinque anni fa in Piazza Duomo. Il Pd e il centrosinistra giocano la carta giovane, nuova, e l’ombra del sospetto ricade subito sull’europarlamentare Elena Gentile: “Tommaso Sgarro è un suo uomo”, urlano i competitors; “non cambierà nulla rispetto al passato”. “Noi – con quarant’anni di politica nei partiti alle spalle – siamo il nuovo che avanza”. Accade così che il politico di turno inganni volutamente l’elettore medio, non con promesse che non potrà mantenere ma, peggio ancora, agendo contrariamente a quanto afferma. Di contro, può succedere che l’ingombrante peso di una figura di spicco, croce e delizia degli ultimi trent’anni, finisca per essere un boomerang per il novizio di turno. Ancora, la fatica degli uscenti nel ricompattarsi potrebbe divenire linfa essenziale per saltare la fase polemica e provare ad interrogarsi sui temi.

I temi, proprio quelli, l’elemento naturalmente essenziale di una proposta politica che oggi, però, latitano ancora; provano a farsi strada, difficilmente, nella bagarre politica mista di civismo e grande esperienza politica. Esistono imprenditori che credono in un progetto politico e non hanno paura a dichiararlo, partecipando attivamente alla vita politica della città; ce ne sono altri che temono di essere smascherati e si nascondono, perché nascosto deve restare il proprio fine ultimo. Al cittadino poco importa; e ancor meno interessa se questi ieri era in una sezione e oggi in un’altra: la strada, in fondo è la stessa. L’insinuazione, si sa, è materia per giudici e avvocati. Il cittadino elettore si chiede: a quando i temi? Sicurezza, lavoro, welfare, cultura, e tanto altro ancora in una città che ha il diritto/dovere di riprendere il cammino.

Una nuova stagione attende Cerignola. E che sia primitiva, divina, poetica, eroica, civile o veramente umana, fa davvero differenza. Differenza figlia di un popolo cosciente? Si spera. Sognatori? Magari. Cittadini responsabili? Indispensabile. Come nella più classica delle teorie economiche ci si chiede: l’offerta? Saprà la politica declinare i bisogni e le richieste di una città sfregiata da anni di immobilismo e incapacità (o non volontà) amministrativa? E se il nuovo ciclo, sapientemente mascherato, non si riveli poi, in fin dei conti, un riciclo?

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Cicognino dice

    12 Febbraio 2015 alle 07:35

    Secondo me , questo articolo lo ha scritto Sgarro.
    Non ho capito niente.

    • turidd dice

      12 Febbraio 2015 alle 07:56

      Tu non hai una preparazione adeguata per poter interpretare il pensiero dell’articolista che nella sua analisi ha “mazzolato” il candidato sindaco del centrosinistra. Onde….. ti conviene commentare sempre e solo in coerenza con le tue c….te le tue solite elucubrazioni mentali di partigiana matrice cicognina.
      Detto questo, se i corsi e ricorsi storici sono il dogma della politica locale ……. bisogna rimettersi al giudizio del popolo sovrano che…… sembra disattento ma che disattento …. non è.

      • sicuro dice

        12 Febbraio 2015 alle 09:31

        sei sicuro che sia rivolto al candidato del centrosinistra? io leggo anche la mazzolata come dici tu proprio al capo dei cicognini e a tutti i partigiani di quella parte

  2. Francè dice

    12 Febbraio 2015 alle 11:50

    Nel 1° ciclo della ribellione del popolo di Cerignola, avvenuta nel 1993 con la elezione a Sindaco dell’Avv. Salvatore Tatarella ci si aspettava molto di più.
    All’inizio andava tutto bene poi è avvenuta la scomparsa di Pinuccio Tatarella ad ha scombussolato il tutto in quando, l’ Avv. Salvatore Tatarella, invece di continuare di fare il Sindaco ha optato, per prima essere candidato e poi essere eletto Deputato.
    Dopo la elezione ci doveva essere un ricambio che avesse quello stesso carisma dell’Avv. Tatarella, la verità c’era ma per problemi di rivalità, sorti dopo la elezione di Tatarella, non è potuto avvenire.
    La persona che era, che é, e che resterà è L’avv. FARINA.
    Su questo argomento ci sarebbe molto da parlare, ma mi fermo qui.

  3. Juck'l dice

    12 Febbraio 2015 alle 15:06

    Vota e fai votare Tommaso Sgarro…ma da qui alle elezioni ci dobbiamo sorbire ancora tali articoli? siete di parte e si vede quando usate il termine “epurati” ma se sono andati via spontaneamente proprio perche’ sotto la Gentile non si puo’ stare.

    • capo dice

      13 Febbraio 2015 alle 13:14

      mancava il cicognino di turno. chi la pensa come il mio capo ok tutti gli altri al macello

  4. Vero Riformatore dice

    23 Febbraio 2015 alle 16:47

    Dispiace che alle prossime elezioni manchi un candidato di Sinistra essendo oramai acclarato che il PD è la nuova DC.

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