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    Immigrazione, Distefano: “Prima di etichettare come diversi gli immigrati dobbiamo almeno capire chi abbiamo di fronte”

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    <<L’Italia non è affatto un Paese razzista, è più semplicemente un Paese classista. Se sei un personaggio famoso o se hai i soldi, quasi nessuno fa caso al colore della tua pelle, se questa non è bianca>>. Scanzonato, diretto, coinvolgente, come nel suo libro “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?“, diventato il caso letterario dell’anno. Così si è mostrato Antonio Dikele Distefano, il 22enne scrittore italiano di seconda generazione, figlio di migranti angolani, che stamattina ha incontrato nella Sala Consiliare del Palazzo di Città di Cerignola gli studenti delle scuole superiori per parlare della sua esperienza di vita, della sua prima opera narrativa che narra la storia di un amore impossibile tra un ragazzo nero ed una ragazza bianca in un’Italia piena di pregiudizi. La lettura di questo volume, pubblicato dalla Mondadori, è un modo per pensare alla tante difficoltà che incontrano, nel loro percorso di piena integrazione sociale e lavorativa, le persone come Antonio, nate in Italia ma spesso trattate come diversi perché nere. L’incontro con i ragazzi, moderato dal giornalista Natale Labia, è stato organizzato dalla sezione provinciale di Foggia della Anolf (Associazione Oltre le Frontiere), che lavora per garantire percorsi di integrazione e supporto in favore dei cittadini immigrati presenti sul territorio nazionale e che era presente con il presidente Diego De Mita e l’avvocato Maria Lucia Mastropaolo, consulente legale dell’Anolf. Per l’Amministrazione Comunale, che ha patrocinato l’iniziativa, c’era l’assessore ai Servizi Sociali Michele Romano. E’ stata un’esperienza particolare, emozionante, quella vissuta oggi da Distefano, nato a Busto Arsizio e che attualmente vive a Ravenna: lo scrittore ha trascorso infatti gli anni della sua infanzia proprio a Cerignola, dove suo padre, sceso in Puglia per lavorare come bracciante agricolo, ha conosciuto sulla sua pelle il vergognoso fenomeno del caporalato che continua a spadroneggiare nei nostri campi. Antonio ha cercato di far capire a ragazzi poco più giovani di lui quanto sia importante sapere di più su certi temi prima di inciampare negli stereotipi e nelle banalizzazioni che spesso sono l’anticamera di comportamenti di stampo razzista e xenofobo. <<Non è una frase fatta dire che l’immigrazione può davvero essere una risorsa – ha detto Antonio -. Il contributo offerto al nostro Paese dai tanti stranieri arrivati in Italia per lavorare, e non per delinquere, è notevole, e prima di giudicare chi non conosciamo, dovremmo almeno capire chi abbiamo di fronte, quali sono le sue speranze, perché ha deciso di recarsi in una terra straniera abbandonando i suoi affetti più cari>>. Un incontro breve, quello dello scrittore con gli studenti, ma sufficiente all’ospite per smontare alcuni luoghi comuni sulla presunta “invasione” che l’Italia starebbe subendo: <<Il 95% degli immigrati che giungono in Italia non viaggia sui barconi>>. Un elemento sul quale si è soffermato anche Diego De Mita: <<Sono 250mila i clandestini in Europa, su una popolazione di circa 500 milioni. E a creare problemi è solo una piccolissima parte di coloro che entrano nel Vecchio Continente senza documenti>>. Il presidente dell’Anolf, riferendosi al libro di Antonio Dikele Distefano, lo ha definito <<il  suo personale strumento di riscatto personale e sociale, che dimostra come sia possibile integrarsi nonostante tanti ostacoli>>. L’incontro si è concluso con la consegna ad Antonio, da parte dell’assessore Romano, di una pergamena con cui Cerignola ha voluto omaggiare un suo concittadino che è riuscito a farsi onore nel mondo dell’editoria, <<offrendo con il suo libro, che narra una storia d’amore condita dal razzismo, spunti di riflessione su temi importanti della vita>>.

    2 COMMENTS

    1. Aggiungo solo che le cifre non sono veramente reali!!!! I clandestini sono oltre i due milioni, dai barconi, barchette ed altri mezzi di fortuna proviene una percentuale più alta di stranieri o clandestini!!!!! POi aggiungo, vivendo in una metropoli europea dove gli autoctoni sono la minoranza, che una buona parte degli stranieri porta con se problemi, più o meno gravi!!!!! Finisco col dire, che sono un lavoratore straniero, non ho aiuti, sono sindacalista e rispetto il Paese d’adozione!!!!!!

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