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    Bari, carne putrefatta arrostita sul lungomare: sequestri e multe per 40mila euro

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    L’avvertimento era arrivato già alla fine della scorsa settimana, quando il sindaco di Bari, Antonio Decaro, aveva voluto allertare gli abusivi delle fornacelle: a giorni scatta la linea della tolleranza zero. Venerdì sera alle parole sono seguiti i fatti, con un primo blitz di controlli interforze su tutto il lungomare, dalla pineta di San Francesco fino al molo di San Nicola, passando per la zona Fiera e il faro di San Cataldo. Una massiccia operazione coordinata, condotta da polizia, carabinieri, capitaneria di porto, guardia di finanza, polizia municipale e ispettori della Asl. Denunciate sei persone per somministrazione di alimenti in cattivo stato, sequestrati 50 chili di cibo – fra carne trovata in pessime condizioni di conservazione e alimenti di vario tipo – e 120 bottiglie di birra. Requisiti, inoltre, cinque frigoriferi a pozzetto, cinque ghiacciaie portatili, sette bracieri. Infine elevate sanzioni per un totale di 40mila euro. È stato anche denunciato un fruttivendolo (in zona pineta), per allacciamento abusivo alla linea elettrica dell’Enel: l’uomo ha subito una multa di 6mila euro.

    “Avevamo avvisato i cittadini che non avremmo desistito dall’impegno preso per salvaguardare la loro salute e le norme igienico sanitarie che certamente le fornacelle abusive non rispettano – ha dichiarato Decaro – La merce sequestrata stanotte era conservata in pessime condizioni, una parte, addirittura quasi in stato di putrefazione”. E questo, ha ribadito il sindaco, metterebbe a rischio la salute di adulti e bambini. “Non possiamo tollerare oltre questa situazione di illegalità diffusa – ha concluso – e, nonostante sia nostra ferma intenzione preservare la voglia e l’abitudine dei baresi, nelle serate estive, di frequentare il lungomare cittadino e di gustare cibi tipici, dobbiamo assicurarci prima di tutto del rispetto delle norme igienico sanitarie”. La proposta di Palazzo di città è, ancora una volta, agli ambulanti: attrezzarsi con strutture per lo street food che rispondano alle norme previste dalla legge. (tratto da Repubblica-Bari)

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