Torna la pioggia e Cerignola ripiomba di colpo in quei cronici problemi che l’attanagliano da decenni: allagamenti, cedimenti strutturali dei marciapiedi, impraticabilità di oltre la metà delle vie cittadine. Il problema, in verità, si ripresenta costantemente appena iniziano i primi rovesci post estivi e la questione ha una duplice causa che non solleva da responsabilità i vecchi amministratori così come i nuovi: la manutenzione ordinaria – e perché no straordinaria – dei tombini, per salvaguardare le condutture sotterranea e facilitare il deflusso delle acque, e il riordino strutturale di diverse zone della città dove la fogna bianca è praticamente inesistente.
Nel primo caso è evidente che, come in campo medico, la prevenzione sarebbe la miglior soluzione: in prossimità della stagione piovosa, un comune virtuoso, pianifica la pulizia dei tombini per risolvere il problema in quelle zone dove, pur essendoci la rete fognaria, questa risulta impraticabile perché oggetto di sporcizia d’ogni genere e costringe l’acqua piovana a scorrere in superficie, con i disagi che sono ben visibili per la città in questi giorni. Nelle ultime settimane, con la questione ratti, sarebbe stata opportuna, e forse utile a risolvere i problemi, un’azione di pulizia delle fogne e derattizzazione successiva. Inoltre, intere zone della città non hanno le condutture di fogna bianca, ovvero quella rete sotterranea utile a far defluire le acque al di sotto del manto stradale, evitando allagamenti come quelli che si stanno verificando in queste ore, e che caratterizzano Cerignola ogni qualvolta si presentano precipitazioni medio forti. In realtà i progetti di ampliamento della rete fognaria sono depositati da molti anni in comune, ma nessuna precedente amministrazione, né tanto meno l’attuale, sembra essere interessata alla realizzazione, trincerandosi dietro problematiche economiche reali ma, almeno nell’immagine collettiva dei cittadini, un po’ abusate.
In ultima analisi, al disservizio per i cittadini che, tra zone con fogne otturate, e parti completamente invase da fiumi d’acqua, non possono effettuare nulla se non con un’auto, si aggiunge un trasporto pubblico imbarazzante per una città come Cerignola. Esistono, infatti, fasce d’età molto numerose, come gli anziani ad esempio, che sono soliti svolgere le mansioni giornaliere a piedi, perché non possono più guidare o, peggio ancora, non possono permettersi un’auto. La situazione attuale non consente a questi di vivere serenamente sia per l’allagamento delle strade, che spesso diventa anche allagamento in casa se pensiamo a quanti vivono in case site a pian terreno, sia per l’impossibilità di far fronte al problema utilizzando il trasporto pubblico che procede, come da decenni, a singhiozzo senza un’organizzazione precisa.