«Evaporata in una nuvola rossa», per parafrasare il grande Fabrizio De Andrè, la delibera n.318 del 17.09.2015. Parrebbe essere questo l’atto, citato dall’assessore Carlo Dercole e dal fido Benedetto Terenzio, documento con cui la Giunta Comunale individua un nuovo legale per il procedimento di costituzione quale parte civile del comune di Cerignola nel processo Black Land. In realtà più che evaporata la delibera è inesistente.
A sollevare la questione era stata in mattinata una nota di Teresa Cicolella (PD), nella quale si chiedeva di conoscere quale strada intendesse percorrere l’amministrazione dopo la revoca dell’incarico all’avvocato Pietro Barbaro con deliberazione di Giunta Comunale n. 165 del 01.07.2015. «La mia amministrazione, secondo la propria intangibile autonomia, ha sostituito il professionista precedentemente incaricato con altro professionista, individuato nell’avv. Francesco Santangelo». A queste affermazioni del Sindaco Metta si aggiungono le più gravi immagini di una presunta delibera (in formato word da computer, ndr) e la mancata presenza della stessa sul sito dell’ente.
Oltre ogni possibile criticità in materia di trasparenza, immancabili giungono le solite accuse. Si parla di «qualche “testata” locale inventano fandonie e puntano il dito contro maggioranza e giunta comunale». Al solito l’attacco (per difesa) è sempre l’arma preferita. Sarebbe probabilmente il caso di spiegare come mai dal 17 settembre, passate 48 ore, la delibera non compare sul sito del Comune di Cerignola. «Ci troviamo davanti o ad un falso in atto pubblico oppure ad un abuso d’atti d’ufficio -ammonisce Tommaso Sgarro -. Una vergogna senza precedenti. Metta non giri la frittata che è bella grossa. La mafia ci avvelena e loro giocano a fare gli amministratori. Chi ha sbagliato paghi!». Gli fa eco il capogruppo Pd Daniele Dalessandro: «Quello che ha fatto l’assessore Dercole è gravissimo. Mai avrei immaginato si potesse arrivare a tanto. Siamo davanti ad alterazioni pesanti dei principi di trasparenza e democrazia».