Brutte notizie per i troll e gli hater. Coloro che per semplice divertimento o per vera e propria inclinazione all’odio, fomentano le discussioni in rete o insultano e minacciano gli altri utenti attraverso messaggi anonimi, d’ora in poi, dovranno fare attenzione. Da oggi c’è una sentenza che potrebbe fungere da pericoloso precedente: quella con cui un giudice ha imposto il pagamento di una multa da cento euro per ogni giorno in cui gli insulti vengono lasciati online. La storia arriva dall’Appennino emiliano, dove una giovane parrucchiera si è rivolta al giudice civile per ottenere la rimozione dal social network di alcuni insulti rivoltile per una piccola querelle legata al lavoro. Dopo che i ripetuti inviti a rimuovere le offese sono stati tutti ignorati, il giudice civile Chiara Zompì ha emesso un’ordinanza con cui si impone la rimozione immediata delle ingiurie e si stabilisce una multa di cento euro per ogni giorno di ritardo. La Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con la sentenza 16 aprile 2014, n. 16712, aveva già chiarito quando può considerarsi illegittimo l’utilizzo di Internet ed in particolare del social network Facebook, ormai da considerarsi una vera e propria piazza virtuale.
“Ai fini della integrazione del reato di diffamazione, anche a mezzo di Internet, –recita la sentenza– è sufficiente che il soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di persone indipendentemente dalla indicazione nominativa”.
Un fenomeno che conosciamo bene anche a queste latitudini. Specie in questi giorni, in clima rovente di campagna elettorale, crescono le file dell’esercito degli hater. Armati di fantasiosi nickname o di falsi profili sui più comuni social network, i ‘giustizieri’ del web, non perdono occasione per lasciare commenti in cui la libertà di espressione facilmente inciampa nel reato. E se nella maggior parte dei casi, il ‘virus dell’odio’ si esaurisce a colpi di ‘post’ nella piazza virtuale, o nei Tribunali, aumentano nel nostro Paese i suicidi legati al fenomeno del cyberbullismo. Ragazze adolescenti e giovani omosessuali le vittime prescelte. In Svezia si è aperta una vera e propria caccia ai diffamatori sul web. Troll Hunters, programma televisivo svedese, giunto alla seconda edizione, ogni settimana svela chi si cela dietro le loro tastiere, scovando e rintracciando gli autori degli insulti e andandoli a intervistare. Commenti sessisti, razzisti, vere e proprie minacce e istigazioni al suicidio. Il “virus dell’odio” viaggia in rete sotto varie forme. Una multa da 100 euro riuscirà a fermarlo?