La competizione amministrativa, anche senza l’uomo del centrodestra, è già nel vivo e si mostra, nel bene e nel male, con tutte le sue nuove e vecchie contraddizioni. Ci sono in ballo nomi pesanti (in termini elettorali, ndr), ma anche novità dalle quali ci si aspetta una prestazione quantomeno degna. I carrozzoni elettorali spesso vengono a forza riempiti di nomi a cui è chiesto il “compitino dei 30 voti”, ma certo non sono loro a determinare il vincitore. La partita vera si gioca con gli uomini-preferenza, con le associazioni di categoria, col terzo settore, con l’imprenditoria e con la chiesa. Se un tempo era lo slogan “nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no” a cambiare le sorti di una competizione, oggi, oltre ai rinnovati e libertari rapporti tra politica e clero, chi fa la differenza sono gli uomini, nella gran parte dei casi i candidati a Sindaco. Tommaso Sgarro, 32enne ricercatore universitario precario, novità del centrosinistra locale, ha il compito di far crescere gli oltre 10.000 voti che portò a casa la coalizione guidata da Tonti e sconfitta da Giannatempo al ballottaggio. Franco Metta, candidato già alle scorse elezioni del 2010, con una lunga storia nel Movimento Sociale Italiano e nelle successive formazioni a destra, è chiamato invece a confermare le oltre 8000 preferenze di 5 anni fa.
Sgarro sbaraglia subito il campo dall’ipotesi ballottaggio: «Vinciamo noi al primo turno! Con un centrodestra in evidente crisi di identità e un ripetitivo, quantomai vacuo, Metta l’unica strada percorribile per questa città si chiama centrosinistra. Non perché a guidare la coalizione sono io. Con me ci sono tante donne e tanti uomini che hanno davvero voglia di scrivere una nuova storia: dal pensionato al giovane professionista, dall’imprenditore all’operaio, tutti – conclude il giovane Sgarro – daranno il proprio contributo allo start che farà ripartire Cerignola». Il cicognino crede invece al doppio turno, con l’ultima sfida a suo vantaggio. «Andrà come Lucera: al primo turno noi vicinissimi al 50%, poi al secondo asfaltiamo chiunque. Sul possibile ballottaggio poi c’è a mio avviso molta confusione; si pensa che mettendosi insieme si può trasferire il proprio bagaglio di voti, quelli dei consiglieri tutti, anche al secondo turno. Non è così, con i due nomi sulla scheda è un’altra elezione. E inoltre – conclude Metta – credo che molte liste non avranno rappresentanza, sopratutto quelle improvvisate, quelle che nascono oggi». Una competizione che già si infuoca, con i possibili sindaci che suonano la carica a candidati e militanti. Nell’attesa del terzo nome e delle possibili sorprese che potrebbero riservare i candidati “minori” come Gerardo Bevilacqua, Francesco Di Santo e Franco Paradiso.
il cicognone si sbaglia alla grande, ossia:
lui ha 2/3 di voti di questa città contro, se casualmente dovesse arrivare al ballottaggio o con la sinistra o con la destra, perderà sicuramente queste elezioni , perchè chi gli ha votato conto in prima battuta e colui il quale ha ricevuto minimo un’offesa o un insulto da parte sua, quindi perchè dovrebbe votarlo al ballottaggio? non lo voterà mai, perchè chi offende e insulta non puo’ essere sindaco NE OGGI NE MAI , con 1/3 di voti sei SPACCIATO