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    Strage di studenti Erasmus. Le parole dei genitori di Serena, torinese di origini cerignolane

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    “Io e mia moglie andiamo a casa e ci ammazziamo. Non possiamo pensare di vivere senza la nostra Serena”. Lo ha detto, ai microfoni di Pomeriggio 5, Alessandro Saracino, il padre di Serena, una delle due studentesse torinesi coinvolte nel tragico incidente di ieri mattina a Tarragona, in Spagna. Nella tarda serata di ieri Alessandro Saracino è arrivato nella città iberica ed è stato accompagnato in ospedale per il riconoscimento della salma. Serena, una delle due studentesse di Farmacia dell’Università di Torino partite un mese fa per l’Erasmus a Barcellona (con lei Annalista Riba, 22 anni a giugno, la cui situazione non desta preoccupazione), avrebbe compiuto 23 anni il 28 marzo, il giorno di Pasquetta: “Era un angelo dai capelli lunghi, molto studiosa e ubbidente come oggi è difficile trovare – ha detto il padre – Amava molto Barcellona che però le è costata la vita e ha ucciso anche il suo papà e la sua mamma”. Entrambe le ragazze viaggiavano sul pullman che si è schiantato sull’autostrada Ap-7 a Freginals, vicino a Tarragona.

    “Riconosciuta a stento” “Abbiamo riconosciuto a stento nostra figlia, era una ragazza bellissima. Prima ci hanno mostrato una foto per non farci vedere tutti i cadaveri, l’abbiamo identificata come nostra figlia, era molto diversa da come ce la ricordavamo”, ha raccontato ancora il papà di Serena. “Con gli altri genitori abbiamo parlato, ci siamo fatti forza a vicenda, si piange insieme”, ha aggiunto la mamma. “Noi siamo molto religiosi ma la nostra fede è venuta a cadere – dice il papà- non si può comprendere come un Dio possa volere questo per queste ragazze belle, intelligenti”. I genitori hanno poi spiegato: “Renzi ci ha dato tutto l’appoggio possibile, soprattutto per quel che riguarda il rientro delle salme a casa con aerei militari. Ci hanno promesso che sarà prima di Pasqua”.

    “Non accada mai più” “Me l’hanno schiacciata, vedeste come è stata ridotta – ha aggiunto Alessandro Saracino – quello che ora chiedo è che queste cose non accadano mai più, gli spostamenti di questi giovani, che sono la nostra speranza e il nostro futuro, devono avvenire in sicurezza, con mezzi in buone condizioni e non alle 4 di mattina e con autisti forse stanchi. Non è colpa di nessuno, ma non è possibile che giovani che vengono in un Paese amico come la Spagna per studiare perdano la vita in questo modo così assurdo”.

    “Bella, solare, intelligente” “Una ragazza bella, solare ed intelligente. I suoi genitori stravedevano per lei e suo padre, adesso che gli manca poco alla pensione, era felice perché forse pensava di andare a vivere in Spagna anche lui, per starle vicino”. E’ il dolente ricordo di Salvatore Saracino, dentista torinese e zio di Serena. Famiglia pugliese originaria di Cerignola e trapiantata a Torino da due generazioni, racconta lo zio, i Saracino non si incontrano spesso ma sono uniti: “Gli ho mandato un sms stamattina, sperando si trattasse di un’omonimia, lui invece mi ha confermato questa tragedia, ‘è lei’ mi ha risposto. Proprio adesso che stava per andare in pensione, che poteva fare qualche bel progetto, legato a quella figlia per cui stravedeva”. Alessandro Saracino, padre di Serena, del 1955 è infatti medico della mutua ed esercita a Settimo Torinese, pur vivendo in via Asti a Torino, tra la Gran Madre e via Villa della Regina. Altri parenti vivono a Forno Canavese. “Per il rientro della salma i tempi saranno lunghi – spiega lo zio – La povera Serena è morta subito, una disgrazia e un gran dolore, oggi ho annullato tutti gli appuntamenti”.

    La telefonata dall’ospedale Nello scontro hanno perso la vita tredici ragazze (di queste, secondo le conferme della Farnesina, sette sono italiane), tutte studentesse impegnate nel programma Erasmus come le due giovani piemontesi. Di Annalisa Riba si sono avute già nella giornata di domenica notizie perché la studentessa ha chiamato i genitori per rassicurarli: «Sono viva», ha detto loro al telefono. Il padre, un importante commercialista torinese, e la madre sono partiti in serata da Caselle ma condannati a un’odissea per arrivare in Spagna a causa di uno sciopero. I familiari di Serena – il padre è medico condotto a Settimo Torinese, la madre un’educatrice del Comune di Torino – erano partiti nel pomeriggio in auto dopo che avevano tentato inutilmente di mettersi in contatto con la figlia. La famiglia è originaria di Dronero, nel Cuneese, dove il padre ha un secondo studio oltre a quello di Torino. Annalisa è ricoverata all’ospedale di Tarragona, ma non sarebbe in pericolo di vita. Le prime informazioni sulla situazione di Serena Saracino, della quale si sapeva che era rimasta ferita in modo gravissimo ma che in realtà era morta sul colpo, erano arrivate anche dall’amica Annalisa: «Ho visto cose terribili su quel pullman, ho paura per Serena», ha detto in lacrime ai genitori poche ore dopo l’incidente. E dall’ora del tremendo schianto in autostrada il cellulare della studentessa di farmacia di 23 anni era rimasto spento.

    Le amiche Serena era arrivata a Barcellona a febbraio per seguire il secondo semestre di Farmacia nel capoluogo della Catalogna. Anche lei, come Annalisa, era iscritta a Farmacia a Torino. La decisione di andare a scoprire Barcellona e di studiare lì Annalisa e Serena l’hanno presa insieme. Anche ieri erano vicine sull’autobus di ritorno da Valencia dove avevano assistito al celebre festival di fuochi d’artificio di Las Fallas. La gita era stata organizzata dall’European Students Network. Il pullman viaggiava in convoglio con altri quattro bus. L’incidente è avvenuto verso le 6 del mattino in un tratto che la stampa catalana ha definito “maledetto” per la frequenza degli incidenti. Una frattura alla vertebre e un’altra alla mano: sono queste le prime informazioni che i genitori di Annalisa Riba hanno raccolto prima di correre all’aeroporto. Le sue condizioni non sono gravi, ma avrebbe bisogno di un intervento chirurgico e i genitori stanno valutando l’opportunità di trasportarla in Italia per l’operazione. Serena, oltre a studiare Farmacia, da due anni e mezzo, in pratica da dopo il diploma al Liceo Segrè di Torino, lavorava come maschera all’Auditorium Rai di Torino. in via Rossini. «Un modo per guadagnare qualche cosa mentre si studia, una ragazza molto seria, disponibile, simpatica», racconta la responsabile degli addetti dell’Auditorium.

    ll cordoglio L’ateneo torinese si è fermato a mezzogiorno per un minuto di silenzio dedicato alle giovani vittime. Un’iniziativa del rettore Gianmaria Ajani, che ha invitato il personale tecnico, amministrativo e docente ad aderire all’omaggio silenzioso. “Una disgrazia terribile – ha commentato Ajani – Siamo vicini a tutte le famiglie dei nostri ragazzi che hanno perso la vita e anche alle famiglie degli altri paesi. Siamo altrettanto vicini ai tanti feriti che ci sono. Speriamo che si possano rimettere”. Sulla pagina facebook dell’Erasmus Torino è stato pubblicato un nastro nero in segno di lutto. Un’immagine simile è stata postata anche sulla pagina Erasmus Student Network Barcelona UPF, accompagnata dal messaggio “Ci sono cose che non ti immagini possano succedere all’improvviso (e che non vorremmo succedessero mai)”. “E’ un momento di grande tristezza per giovani vite stroncate in un modo così improvviso e assurdo – ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino – In queste ore sentiamo il dovere di stringerci intorno alle famiglie e di non lasciarle sole in un momento di così atroce dolore”. “Di fronte a una tale crudele fatalità – ha aggiunto il presidente della Regione, Sergio Chiamparino – è davvero difficile trovare parole che possano sperare di essere di conforto per la famiglia della giovane Serena, ma siamo tutti a loro vicini in questo momento di dolore. Il nostro abbraccio e il nostro affettuoso pensiero va anche a tutti i familiari delle vittime e dei feriti di questa assurda tragedia”. La Città di Torino proclamerà poi il lutto cittadino in occasione dei funerali di Serena Saracino. Il sindaco Fassino si sta mettendo in contatto con la famiglia della ragazza e nel pomeriggio la seduta già prevista del Consiglio comunale si aprirà con un minuto di silenzio.

    I vescovi “Di fronte al mistero della morte improvvisa di tante giovani vite restiamo sgomenti ed addolorati; nei giorni in cui meditiamo la passione di Cristo guardiamo alla Pasqua raccogliendoci in preghiera perchè la vicinanza umana possa essere di conforto e cordoglio”. I vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta, con l’arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia, i cappellani universitari, la pastorale universitaria con il direttore don Luca Peyron si stringono così alle persone colpite dalla tragedia in Catalogna. “Nei volti di Francesca, Elisa, Valentina, Elena, Lucrezia, Serena ed Elisa – dice don Peyron – riconosciamo il volto bello di una generazione che si sta preparando al domani con la gioia e l’entusiasmo dei vent’anni, il desiderio di incontrare altri giovani e con loro immaginare il futuro di questa terra e d’Europa”. “Da credenti – conclude – le sappiamo ora nelle braccia del Padre misericordioso a cui chiediamo il dono della consolazione per chi oggi piange ed il coraggio per tutti noi, anche in nome di queste giovani, di costruire legami ancora più veri e forti, che neppure la morte, come recita la Scrittura, possa mai spezzare”.

    Gli studenti del Politecnico Della comitiva di studenti Erasmus – ma su un altro pullman – facevano parte anche cinque studenti del Politecnico. Per loro neanche la paura: nessuno li ha avvisati di che cosa era successo. La notizia è arrivata dai social network una volta tornati a Barcellona. “E’ stata una tragica fatalità, difficile aggiungere altro” dice Matteo, 23 anni, studente del Poli che domenica mattina si trovava a bordo del quarto pullman della carovana che da Valencia rientrava a Barcellona. “Serena la conoscevo solo di vista -racconta Matteo – mentre ero amico di Valentina Gallo (un’altra vittima di Firenze ndr) con cui in estate ci ritrovavamo spesso a Corigliano Calabro, paese d’origine dei nostri genitori. Eravamo tanti, ci siamo visti durante una sosta in autogrill, molti dormivano, era l’alba. Abbiamo saputo dell’incidente la mattina stessa, siamo sconvolti. Io mi trovavo nel pullman precedente, non ci siamo resi conto di nulla”.

    Tratto da repubblica.it – di FEDERICA CRAVERO, DIEGO LONGHIN e JACOPO RICCA

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