Ieri sera è calato il sipario sulla rappresentazione di un walzer durato troppo, in cui a ballare è stata una città intera, quella dei “cretini”, spaventati per il declassamento annunciato, ritrattato, ritornato e poi sparito. Un walzer illogico, senza tema, senza svolgimento. Il Piano, inizialmente animato da necessità contingenti, cause di tagli e declassamenti, viene stravolto in Giunta e ridisegna una sanità pugliese pressoché immutata. I grandi cambiamenti di Emiliano, soprattutto per la Capitanata evaporano. Resta la domanda dei malpensanti: cosa c’è sotto tutto questo? Perché “i tagli necessari” non possono sparire in un’assemblea dell’ultimo minuto. Così come gli “ospedali di base rafforzati” non possono diventare in un week-end, in barba alle slides, ospedali di primo livello. Il cortocircuito esiste ed è palese.
Ad una lettura superficiale, sembra che tutto sia stato architettato – dai timori alle rassicurazioni per giungere al Piano di ieri sera – per estorcere un grazie ai pugliesi, per far dire ai cittadini “il nostro Sindaco di Puglia ha salvato la sanità”. Ma di fatto è cambiato poco. Ancora una volta il paradosso gattopardiano «se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» calza a pennello. Allora l’ipotesi di una battaglia, neanche troppo velata, con Matteo Renzi per la segreteria nazionale, non trova smentite. Perché la possibilità che Roma rigetti un piano che in realtà non razionalizza nulla (o poco) diventerebbe un nuovo terreno di scontro, il pretesto per dire “io Emiliano ho preservato la Sanità di Puglia, Roma l’ha affossata”. La partita quindi non è ancora totalmente chiusa. Almeno finché il Ministero non accetta il Piano. Di fatto nelle ultime settimane – a sentire i maggiori oppositori al Piano – si è celebrato il delirio di onnipotenza di un ex-magistrato che pensa di poter continuare a bacchettare tutti, la ribalta di un Renzi extralarge che su Renzi farà sentire la sua monumentale presenza per cercare verosimilmente di prenderne il posto a Roma. Senza dire grazie a nessuno se non a se stesso. Anzi, facendosi dire grazie dai pugliesi a cui ha mantenuto -forse – qualche posto letto.