Tommaso Sgarro
Tommaso Sgarro

E’ stata pubblicata sul numero di oggi, sabato 14 maggio, una lettera, che ha tutto il sapore di una denuncia, di Tommaso Sgarro, il leader dell’opposizione di centrosinistra in consiglio comunale a Cerignola. Una missiva al direttore Paciello per esporre il “caso Cerignola” non troppo diverso da tante altre realtà comunali già attenzione e/o da attenzionare.

LA LETTERA

Al Direttore de L’Attacco
L’aria non è pesante, è pesantissima. Lo percepiscono in molti. Si percepisce l’oltrepassamento di un limite, di un confine pericoloso che la propaganda e i social non riescono più a nascondere. Del torbido si muove nel ventre molle di questa città per arrivare fino ai piani alti. C’è un caso Cerignola. Lo dico senza mezzi termini rivolgendomi anche ai vertici del mio Partito. C’è una città da mettere sotto osservazione. Ogni atto che esce dalla sede comunale non è solo l’oggetto di un semplice sospetto ma la prova di un sistema d’interessi che si va consolidando. Atti, fatti, parole che ci parlano di una visione distorta dell’idea di legalità. Sono il segno di quel conflitto perenne che si è aperto a Cerignola tra istituzioni. E dove a Bari il sindaco Decaro fa guerra agli abusivi e ai clan a rischio della sua stessa incolumità, in questa città la guerra all’abusivismo commerciale diventa l’ennesima palcoscenico di questa paradossale guerra allo Stato. Istituzioni contro istituzioni in una città che già vive di forti conflitti. Come fa un istituzione se attaccata o criticata su una questione così grave a pensare che l’unica risposta possibile sia quella dell’insulto, anche contro il portavoce del presidio cittadino di Libera reo di aver espresso il proprio libero pensiero su argomento tanto delicato? Un blitz delle forze dell’ordine fatto per porre fine a una situazione di illegalità incancrenita a causa dell’immobilismo amministrativo. C’è un evidente caso Cerignola. Ma c’è altro, tanto altro. Sulle pagine di questo giornale avete già ricostruito le numerose gare finite sotto la lente d’ingrandimento che hanno creato (uso un eufemismo) perplessità in tanti cittadini e sono state oggetto delle numerose denunce da parte del centrosinistra. Non siamo alla spicciola polemica politica, non può essere ricondotto tutto alla bagarre e allo scontro tra fazioni, parliamo di fatti, atti.  La questione dell’appalto per il verde pubblico è solo il paradigma del torbido nel quale si annaspa in questo momento. Una gara dove chi ha vinto rifiuta e la gestione del verde viene assegnata all’altra società che ha presentato l’offerta ma che  precedentemente era stata esclusa per irregolarità nella procedura non deve far squillare il campanello d’allarme? Parliamo di una cooperativa nata un mese prima e avente come consulente un consigliere comunale di maggioranza. Ho letto l’intervista al Comandante Delvino rilasciata al suo giornale, qui non siamo alle sfumature, non siamo alla normale dialettica politica. Qui siamo in un altro campo, in quello della tutela della trasparenza, della legalità, delle istituzioni. Può vincere una gara da 250.000 euro una ditta nata dieci giorni prima della scadenza del bando e come unico partecipante alla gara stessa? Una gara che ha un bando con un errata corrige non comprensibile, senza il testo con le correzioni effettuate e riguardanti probabilmente la presentazione dei bilanci degli ultimi tre anni come previsto da legge, requisito assente nel bando. Una gara affidata alla sola ditta partecipante pur non essendo specificato, come previsto da legge, che la gara si poteva aggiudicare anche in caso di un’unica offerta. Cosa c’è di diverso tra quello che è successo a Lodi e quanto denunciato all’ANAC sulla questione mensa scolastica, come su quest’ultima gara? Abbiamo assistito al proliferare di assegnazioni dirette, oltre ogni trasparenza, a convegni da cifre fuori logica organizzati da associazioni fondate da consiglieri comunali e gestiti da aziende legate da parentele dirette con assessori. Come lo chiamate tutto voi questo? Polemica politica? Come giudicate una città dove tre grossi appalti pubblici restano al palo, dove un’azienda edile che fino a ieri non ha vinto nulla vince in un solo colpo due di queste gare, che scatenano subito una ridda di voci, polemiche, denunce. Ogni atto amministrativo può essere imperfetto, ma qua siamo di fronte ad assegnazioni “capotiche”, fatte in assenza di documentazioni fondamentali ai fini dell’aggiudicazione secondo quanto già denunciato da altre imprese locali e non a vantaggio della pubblica utilità. Parliamo di gare aggiudicate, come quella sul Piano delle Fosse, in maniera definitiva senza il parere della sovraintendenza e con determine dirigenziali firmate da dirigenti assenti. E potrei continuare con tanti altri esempi…altro c’è stato, ma cosa peggiore altro si va preparando.

Come fa il sindaco, che ha la delega alla trasparenza, a nascondere che c’è un problema trincerandosi dietro la divisione tra politica e amministrazione, scaricando la responsabilità di ogni cosa ai dirigenti? La politica ha il compito di controllare e intervenire quando manca trasparenza, ammesso che non sia la politica stessa a dettare quei comportamenti. Quanto tempo ci vorrà ancora perché i consiglieri comunali di maggioranza si oppongano a un modo di amministrare la cosa pubblica, al sistema che ne sta conseguendo, che ha imbrigliato la città? Stare in silenzio vuol dire essere conniventi. La politica che si gira dall’altra parte non solo non serve a niente, ma è dannosa. Esiste una questione morale che prima che politica è personale. Mi piace ricordare quanto dice Galimberti:«in Italia la lotta alla mafia non sarà mai vinta, perché la mafia non è altro che la versione truculenta del costume diffuso, dove la parentela, la conoscenza, lo scambio di favori, in una parola, la rete “familistica” ha il sopravvento sul riconoscimento dei valori personali e sui diritti di cittadinanza». Siamo fermi qui nella città dove lo Stato fa la guerra allo Stato. C’è un caso Cerignola. C’è un caso trasparenza e legalità a Cerignola, c’è un caso criminalità a Cerignola. Liquidare il riconoscimento di questi problemi a dialettica politica, ad affermazioni come «non c’è più criminalità che in città del Nord», equivale a sminuire il fenomeno come fece l’allora sindaco Giannatempo davanti alla Commissione d’inchiesta contro gli amministratori locali, due comportamenti sbagliati. Il questore Piernicola Silvis ha parlato di infiltrazioni nei grossi centri della capitanata, atteggiamenti di questo tipo non fanno che alimentare il torbido, l’humus ideale dove queste infiltrazioni si vanno a depositare. Non è il tempo di mettere la faccia sotto la sabbia. La questione è dirimenti: civiltà o barbarie, legalità o illegalità.

11 COMMENTS

  1. Finalmente qualcuno che racconta come stanno le cose. Caro Sgarro non t’ho votato e non ti voterei mai perché sono fascista dentro, ma stavolta hai ragionissima da vendere.

      • E vero non c’era un fascista vero c’era un S.S.e manca poco che va in comune con la divisa e con gli stivali, meno msle che anche i suoi si sono accorti e speriamo lo sfiduciato e una VERGOGNA.

  2. La città è con voi.
    Forza ragazzi. Siete la nostra ultima speranza… Scusateci se non abbiamo creduto in voi.

  3. A 47 ANNI SO DIRE CHIARAMENTE QUANDO FACCIO UNA CAZZATA E L’HO FATTA VOTANDO L’ATTUALE CAPO, DOVEVO VOTARE TE, SCUSA PER IL MIO PER GLI ALTRI 3 VOTI DELLA MIA FAMIGLIA

  4. 0 pover a vu. Ci hanno ridotto in questo stato stiamo cercando di uscire dalla m… Prima con le carte e subito dopo con i fatti. La Sia aspetta 4 milioni di euro dal comune e non certo li abbiamo fatti noi questi debiti . Abbiamo trovato le casa vuoti susine e non certo i soldi li abbiamo presi noi. Anche quando si semina il grano occorrono Jesi prima che produca frutti. Tempo e pazienza e torneremo a vivere. Il PD ha governato 40 ed ecco cosa ci ha lasciato . Ma per favore …….

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