L’editoriale oggi diventa l’occasione per far chiarezza su alcune questioni che riguardano il giornale, il rapporto con i lettori, i sempre più copiosi comunicati stampa, gli addetti ai lavori o gli pseudo tali. Proprio questi ultimi a volte non sono purtroppo consci del proprio ruolo, non hanno un’identità professionale forte, non sanno, oltre che scrivere, cosa vuol dire essere giornalista o comunque appartenere all’alveo della comunicazione. Al centro però vi è una questione di fondamentale importanza, diretta conseguenza di due domande: cos’è la notiziabilità? Cos’è notiziabile? Cos’è una linea editoriale? Dove inizia e dove finisce la libertà di un giornalista?

Quando l’informazione diventa notizia accade qualcosa di importante. Ovvero una testata o un giornalista, in piena autonomia (così dovrebbe essere, ndr) decidono di render notizia un accadimento, un evento, una dichiarazione, un comunicato stampa. Guai a pensare che un comunicato stampa debba esser necessariamente pubblicato. I giornalisti altrimenti sarebbero poi dei semplici passacarte. La notiziabilità, decisa in autonomia in base a dei parametri condivisi da una redazione, la decisione di render un qualcosa notizia è il frutto quindi di una serie di scelte dettate da “parametri” e “regole” che l’editore e il direttore condividono con la redazione tutta, con i giornalisti. Questa è una linea editoriale.

Una opportuna premessa, ma anche una puntualizzazione centrale rispetto al lavoro (tanto) che viene fatto da una redazione per offrire notizie quotidiane. Il rispetto per il lavoro altrui dovrebbe, se fossimo in una città migliore, metter da parte le pretese di visibilità a tutti i costi, l’arroganza di certa “oligarchia” culturale fortemente egocentrista, la spocchia dei “big di ritorno” (quelli del “da quando sono fuori Cerignola sono famoso e importante e dovete considerarmi in quanto tale”, ndr). Una rivendicazione rispetto a certi atteggiamenti? Si, ma soprattutto la convinzione che il mestiere di giornalista meriti un giusto rispetto nelle proprie scelte e che un giornale ha (anzi, “deve” avere) una precisa linea editoriale. «Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie» per citare Umberto Eco.