Un grave episodio – di superficialità – si è consumato nelle scorse settimane a Cerignola ai danni dei due coniugi anziani, che in pochissimo tempo hanno visto volare via i propri risparmi. Il denaro di una vita, quello messo da parte con tanti sacrifici è svanito come per magia. I due coniugi G.M e V.R. avevano un conto corrente cointestato presso le poste di Cerignola, su cui erano depositati 79.900 euro. Mercoledì 8 giugno la moglie si reca in posta per un pagamento, effettua l’operazione dal conto e se ne va. La stessa ritorna alle Poste lunedì 13, sempre per un pagamento, ma il cassiere gli dice che non può effettuare l’operazione in quanto sul conto non ci sono più fondi. Dopo le proteste e le urla di rito, si appura infatti che una persona, presentatasi come P.M. (con tanto di carta di identità poi risultata falsa, ndr) il giorno successivo al primo pagamento, 9 giugno, verso le dieci del mattino, aveva richiesto l’emissione di un assegno circolare di 79.350 euro in favore di un complice.
«Con enorme faciloneria e superficialità – racconta il legale dei coniugi -, il cassiere, senza effettuare tutte le verifiche del caso – anche solo una telefonata -, emette il titolo per l’importo richiesto di 79.350 euro». Alcuni interrogativi restano senza risposte. Ad esempio, come faceva il truffatore a sapere l’importo da chiedere per l’assegno, ovvero una cifra al di sotto della somma di 79.900 che si trovava depositata. Il complice intanto, intestatario dell’assegno, sempre lo stesso 9 giugno, ma verso le 12,00 circa, si presenta alle poste di Cerignola chiedendo che tale assegno venisse accreditato su una carta ‘poste pay’ a lui intestata. Ad effettuare l’operazione di versamento – racconta il legale della coppia – pare sia sempre lo stesso operatore che aveva emesso l’assegno circolare.
Versato l’assegno il complice va via in tutta tranquillità e nel breve volgere dei tre giorni dal 9 al 12 giugno effettua prelievi di danaro con la sua ‘poste pay’ presso vari sportelli postali (Barletta, Trani, Molfetta, ecc..) prosciugando del tutto i fondi e rendendo vano qualunque tentativo di recuperare qualsiasi somma a seguito della immediata denuncia e del sequestro posto dai Carabinieri il 13 giugno. Così, «per uno sciagurato atto di superficialità – conclude il legale – i due anziani coniugi si trovano ospiti del locale nosocomio in preda ad un perpetuo stato di agitazione e senza più un centesimo».