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    Cerignola, truffati da un seno coppa C. La denuncia di alcuni cittadini

    La nuova frontiera per i malviventi passa attraverso il social dove avvenenti donne, con profili 'fake', truffano uomini di ogni età

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    Ormai le truffe sui social sono una tematica diventata uno degli argomenti più scottanti di questo secolo. Con migliaia di utenti connessi, presenti sulle piattaforme social, “La ricerca alla nuova vittima da importunare” sta lentamente diventando un lavoro d’estorsione illegale che coinvolge un/a ragazzo/a su mille. Il trucco è nell’approccio a questa nuova realtà; difatti, come raccontano alcune vittime del web, loro richiedono l’amicizia a degli sconosciuti (esaminati per bene in base alle loro esigenze finanziarie) e iniziano un gioco seducente che dalla semplice chat passa alla webcam (Skype, Messanger). Qui scatta immediatamente la truffa e solo con un piccolo riscatto economico per non divulgare il video hot appena girato, la vittima riesce a mantenere intatta la sua privacy e i suoi affetti personali.

    E’ allarme anche a Cerignola – Sembrerebbe che svariati uomini adulti, e una quindicina di adolescenti, siano caduti nella trappola dei profili “fake” (profilo fasullo) e alle avance spinte di una giovane donna dal seno prosperoso. Anna Mazzella (uno dei finti profili della truffatrice), come raccontato dai cerignolani coinvolti, inizialmente comunicava come tanti altri ma poi, dopo un semplice «che fai ora?», la donna esternava la sua voglia di trasgredire alle avversione odierne con un «mi annoio. Voglio fare l’amore!» per poi innescare la bomba truffa chiedendo: «hai la webcam?».

    Ignari del pericolo – «Non avrei mai pensato potesse succedere a me» dichiara Emanuele, – gli uomini incuriositi si lasciano trasportare da «un seno coppa C in primo piano» e «da una voce sottile che chiede loro di masturbarsi». A metà dell’opera, ecco che gli atteggiamenti circostanti cambiano: la donna si blocca e chiede il riscatto mentre l’uomo, frastornato dalla richiesta, si ricompone e si avvicina sempre più allo schermo del proprio smartphone/schermo per capirne di più. Costretti a pagare somme da capogiro, pur di mantenere pura la propria figura, gli uomini coinvolti nella truffa dichiarano: «Ho pagato perché non potevo fare altro. Non potevamo andare dai carabinieri e non potevamo neanche far capire nulla alle nostre mogli. In quei momenti ti sale la paura, quella stessa paura che ti fa effettuare immediatamente il pagamento. Se tornassi indietro, non lo rifarei». Ripercorrendo le fasi della giovane trentenne (come indicano le vittime), quest’ultime non subivano mutazioni o cambiamenti:

    1 Step: Richiedere amicizia

    2 Step: Andare in Chat

    3 Step: Richiamare l’interesse dell’uomo attraverso avance a scopo sessuale

    4 Step: Attivare la webcam

    5 Step: Richiedere il riscatto.

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