Sul caso del “lavaggio” delle divise della Polizia Municipale, sollevato dal Partito Democratico, è il Sindaco ad intervenire, replicando ed esponendo il suo punto di vista. «Si è utilizzata una procedura perfettamente lecita – spiega Metta –, con l’invito a formulare una proposta economica, indirizzata a tre diverse attività del settore. Delle tre, una non ha presentato alcuna proposta, evidentemente non interessata al servizio. Tra le altre due un “abisso” economico: una lavanderia offriva il servizio ad un prezzo superiore del 60% rispetto all’altra. Ovviamente è stata preferita l’offerta economica più conveniente». E l’offerta più vantaggiosa era guarda caso quella «di proprietà di Milena Marinelli, moglie di Luigi Marinelli, consigliere comunale».
Il tutto però avviene a poca distanza dai casi di Antonio Bonavita e Annalisa Marino, questioni sulle quali l’Amministrazione e il Sindaco non hanno espresso la propria opinione. Nel caso specifico, diversamente, Metta chiarisce: «La mia personale, ma convintissima opinione, è che, comunque, la cosa non sia opportuna e vada evitata. Se mi fosse stata chiesta un’opinione preventivamente o se avessi letto la determina in questione preventivamente – precisa il Sindaco –, avrei segnalato a chi di dovere la mia opinione. L’ho fatto dopo, appena portato a conoscenza». Una questione, quella del lavaggio delle divise, che ha anche un lieto fine. «Con grande senso di responsabilità e sensibilità istituzionale e sentimento amicale per il Sindaco, la signora Milena ha rinunciato espressamente a questo servizio, per pure ragioni di opportunità. Di tanto la ringrazio vivamente», chiosa Metta.
Mancano altri due lieto fine, quelli più corposi probabilmente, quelli che interessano il consigliere comunale Bonavita e l’assessore al bilancio Marino. Su questi, l’Amministrazione sarà chiamata a riferire in consiglio comunale, tuonano le opposizioni. «Si deve essere oppositori e controllori, attenti ed inflessibili, ma non dileggiatori e diffamatori – ricorda il Sindaco, forse anche a se stesso –. Chi offende la reputazione altrui, con vergognose ed indimostrate illazioni, rivolte unicamente o odiosamente ad attentare alla dignità altrui, va perseguito. E per quanto mi consta sarà perseguito». Chiunque sia?