Era il 25 ottobre 2016 quando, a seguito della caduta di calcinacci in uno dei bagni della scuola primaria “G. Carducci”, il plesso venne chiuso per procedere alla messa in sicurezza. Proprio nel mese di ottobre – con lo stabile ancora in funzione – erano in corso i lavori di rifacimento del tetto, un finanziamento di 650mila euro circa, poi inspiegabilmente bloccati dopo i fatti che portarono allo sgombero. Sono continue le richieste di genitori e insegnanti, intensificatesi col finire dell’anno scolastico, per comprendere a che punto sono i lavori. Infatti, poco o nulla (pare agli occhi dei più) sia stato fatto per dare inizio ai lavori. Inoltre, in prospettiva, il prossimo anno, il “disagio” dello spostamento di alcune classi al plesso Paolillo potrebbe essere – salvo diversa disposizione – a carico delle famiglie. Infatti, se quest’anno in situazione d’emergenza il comune si è fatto carico del trasporto, il prossimo anno tale soluzione non è del tutto scontata.
Proprio mentre il chiacchiericcio tra genitori e insegnanti cominciava ad intensificarsi è intervenuto sulla questione il Sindaco Franco Metta con una nota stampa. Il 10 maggio «insieme al Dirigente del settore lavori pubblici ing. Izzillo, ho avuto una serie di incontri in Regione, diretti ad individuare risorse economiche da utilizzare sull’edificio scolastico Carducci di via Egmont. I riscontri sono positivi» dice Metta. «Oltre al primo, iniziale importo di 700 mila euro (soldi rinvenenti dalla “Buona Scuola”, ndr), ci sono tutte le premesse, emerse negli incontri di ieri, per poter utilizzare un ulteriore importo per altri 700 mila euro da impiegare sul medesimo edificio. Dovremmo così, in attesa di reperire altre risorse, poter garantire la esecuzione di lavori che permettano la riapertura della scuola ed il suo utilizzo, quantomeno per il 50% della superficie originaria. La scuola resterà sicuramente inagibile nella annata scolastica 2017/2018, mentre dovrebbe poter essere riaperta speriamo per l’anno scolastico successivo. Meglio e prima non si può fare» chiosa il primo cittadino.
Se da un lato è necessario mettere insieme fondi per poter dar seguito a una totale ristrutturazione e messa in sicurezza dello stabile, lo stop ai lavori del tetto di certo sarà un ulteriore ostacolo temporale all’espletamento degli stessi. In sei mesi di chiusura – hanno lamentato diversi genitori – non si è mossa una pietra nel plesso Carducci. Si è spostata di contro una parte della scuola negli spazi della Tommaso Russo e un’altra parte con segreteria e direzione nel plesso Paolillo, meno centrale della storica Defizia; situazione complicata che ha creato non pochi disagi a una utenza di oltre 500 famiglie che abitualmente si rivolgeva agli uffici della Carducci. Oggi i genitori chiedono risposte precise a domande che riguardano esclusivamente il futuro dei propri figli: in che scuola andranno, come ci andranno e quando gli uffici potranno ritornare nel monumentale plesso originario. Il rischio è quello di una superficiale analisi sintetizzabile in questi termini: nonostante quanto accaduto lo scorso ottobre in questi mesi a Palazzo si sono dimenticati della Carducci.