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    INTERVISTA ESCLUSIVA | Lenoci su Metta: “Mi sono salvata”

    Dopo il botta e risposta nel convegno del 23 maggio, e la nota stampa del Sindaco, abbiamo ascoltato in esclusiva la Dirigente Scolastica Lucia Lenoci

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    Dopo la nota vicenda che ha visto il Sindaco Metta proferire parole forti nei confronti della Dirigente Scolastica Lucia Lenoci, all’interno di un dibattito sulla legalità lo scorso 23 maggio, resa nota da un file audio pubblicato da molte testate locali tra cui lanotiziaweb.it, e gli strascichi della nota stampa odierna del Primo cittadino sempre all’indirizzo dell’ex candidata de La Cicogna, abbiamo intervistato stamane in esclusiva la diretta interessata, Lucia Lenoci, provando a tracciare un quadro complessivo dell’accaduto e dando, alla stessa, la possibilità di replicare.

    1-Dirigente Lenoci può raccontarci, dal suo punto di vista, cos’è accaduto lo scorso 23 maggio? Quel giorno sono stata impegnata dalle 9.30 alle 18.30 in un seminario formativo presso l’USR a Bari come Mentor dei Dirigenti scolastico neo immessi in ruolo. Al mio rientro, nonostante l’ora tarda, ho ritenuto, comunque, di recarmi a scuola, per garbo istituzionale, a porgere il saluto della comunità scolastica, pur avendo delegato il Prof. Lucio Cioffi a presenziare, sin dall’inizio dei lavori, in mia rappresentanza. Invitata a parlare al tavolo dei relatori, dopo aver salutato tutti i presenti, ho tentato di fare alcune riflessioni sul tema della dispersione scolastica ponendo l’accento sulla necessità di creare una “rete” tra istituzioni, in particolare tra scuola e servizi sociali, sottolineando che avrei auspicato la presenza dell’assessore ai servizi sociali per un eventuale proficuo e costruttivo confronto. Sono stata, quindi, interrotta dall’intervento “scomposto” ed agitato del Sindaco che mi ha invitata ad “accomodarmi” altrove, magari su facebook.

    2-Lei crede di essere stata provocatoria nel suo intervento, tanto da scatenare la reazione del Sindaco poi resa pubblica da un file audio? Assolutamente no. Ho semplicemente manifestato il mio interesse, nel corso del mio intervento, ad un confronto dialettico sul tema con l’assessore ai servizi sociali che, in quel momento non era presente. Non intendevo rimarcare l’assenza in modo provocatorio, anzi ne sottolineavo l’importanza quale soggetto privilegiato nell’interlocuzione all’interno della “rete” sistemica per la legalità. Se anche fossi stata “polemica” ma, comunque, garbata nei toni è assolutamente ingiustificabile da parte di chi rappresenta un’Istituzione perdere l’autocontrollo in un contesto in cui erano presenti, oltre alle Autorità, alcuni giovani studenti e personalità dell’associazionismo.

    3-Il rapporto tra lei e Metta, in passato, è stato abbastanza stretto tanto da far dire ai più che lei possa appartenere ai cicognini della prima ora: cosa è accaduto all’indomani della elezione a Sindaco di Metta? Ho semplicemente preso le distanze da Franco Metta che, appena eletto, ha letteralmente svelato il suo vero volto. Da leader democratico in grado di motivare e valorizzare tutti coloro che, a vario titolo, erano impegnati nella campagna elettorale a “qui comando io e questa e casa mia”.

    4-Metta l’accusa di usare Facebook sfruttando la sua posizione istituzionale e in orario di lavoro: cosa risponde? Utilizzo i social, come qualsiasi altra persona libera compreso il Sindaco che lo utilizza in ogni momento della giornata, esprimendo pareri, riflessioni, osservazioni, critiche positive o negative che siano nei confronti di fatti, persone o amministrazioni locali o nazionali senza però, mai offendere o insultare. Quanto all’”accusa” (non devo certo “presentare la giustifica” al sindaco che non ha facoltà di censurare l’operato di un dirigente) di utilizzare facebook in orario di lavoro, lo inviterei a leggere l’art. 15 del Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’Area V che chiarisce in modo inequivocabile che non si tratta di “orario di lavoro” ma piuttosto di “impegno di lavoro“ del Dirigente che “organizza autonomamente i tempi ed i modi della propria attività, correlandola in modo flessibile alle esigenze della Istituzione cui è preposto”. Gli ricordo inoltre che, nell’era della rivoluzione digitale per la PA e per la scuola, i social network sono diventati uno strumento irrinunciabile per il dialogo e il confronto tra i cittadini e la Pubblica amministrazione in un’ottica di multicanalità. Il sito web, la pagina istituzionale di facebook sono, in effetti, un potente veicolo di promozione, diffusione e trasparenza per l’Istituzione scolastica, tant’è che persino il MIUR ormai comunica in modo massivo sui social attraverso Telegram Twitter etc…

    5-Risponde al vero che il vostro attrito è nato quando Metta ha deciso di non nominarla Assessore? Ho già spiegato le mie ragioni in una lettera aperta pubblicata sui social e sui network locali subito dopo la nomina degli assessori nel giugno 2015. Non è stata la decisione di non nominarmi assessore (anche se ero prontissima ricoprire questa carica al servizio della città dopo il lavoro svolto nel lungo periodo di militanza nella Cicogna finalizzato alla elaborazione di un progetto culturale di ampio respiro in piena condivisione con il candidato sindaco) quanto la modalità con cui è avvenuta la scelta degli assessori. Alla mia richiesta di spiegazioni circa l’individuazione di persone non facenti parte del progetto politico della cicogna per alcuni assessorati tra i quali (ma non solo) quello alla cultura l’ormai Sindaco Metta rispose con un sms: “Lucia è politica”, ”Ragioni politiche e di opportunità”. Ecco io non ho accettato il metodo della “vecchia politica”, quel metodo che noi della Cicogna avremmo dovuto spazzare via con il vento del Cambiamento. Gli accordi elettorali al ballottaggio dovevano essere “pagati” con una ricompensa. Questo è stato il motivo.

    6-Se fosse stata nominata Assessore, oggi, come si sarebbe posta rispetto a quanto sta realizzando la Giunta Metta? Sicuramente mi sarei posta con l’onestà intellettuale (che mi riconosco di avere) e con lo “spirito critico” (di kantiana memoria) e di autonomia di chi è abituata ad affrontare i problemi e le incombenze con serietà e passione. Si può essere d’accordo o meno su quanto stia realizzando la Giunta. Una cosa, però, è certa perché sotto gli occhi di tutti. La città vive in uno stato di evidente malessere sociale e relazionale, con punte estreme di aggressività ed insofferenza, che rende difficile la gestione dei rapporti tra le Istituzioni e le relazioni tra cittadini ed anche, oserei dire, tra persone.

    7-Come pensa, in definitiva, di poter risolvere – se si può risolvere – questa diatriba in termini civili e pacati? E’ una domanda che io porrei al Sindaco. Dal mio canto posso solo dire che io non sono avvezza ad “esibirmi” in veste istituzionale, anche in trasmissioni girate nell’Ufficio con tanto di Gonfalone della Città alle spalle, parlando e sparlando in continuazione del dirigente, anzi della “direttrice”, della scuola Di Vittorio o Padre Pio utilizzando termini dileggiatori ed offensivi, lesivi certamente della mia dignità di donna e di professionista. Altro che “delusione cocente“ per non aver fatto l’assessore…mi sa che fa più male a lui non avermi tra i suoi collaboratori più stretti. Ma qui rispondo ancora una volta ma in perfetta lingua madre: “Mi sono salvata”.

    6 COMMENTS

    1. E come ha fatto a non capire prima che era un despota la persona che lei con tanta devozione caldeggiata durante le elezioni?
      O forse le conveniva non capire?
      Ma ora la sua rabbia e più per non aver avuto un ruolo istituzionale che Lei ambiva o per aver capito che tipo era la persona che caldeggiata per il ruolo di Sindaco e per TANTO e una specie di mea culpa nei confronti degli elettori che Lei ha convinto ad appoggiare la lista che ai e presentata con a capo la persona che oggi detesta?

    2. Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba. Viva il Sindaco che grazie a Dio è Lui che si è salvato.

      • Ve questo non è così.
        Brava la Le noci che ha saputo fare marcia indietro

        Ha capito con chi aveva a che fare.
        Con un DESPOTA gli manca solo la foto con un bel fez in testa

        • Ha fatto marcia indietro solo quando ha visto allontanarsi la poltrona da assessore. Fino a quel momento l’avvocato era il numero uno… dunque, se Metta è un dittatore come qualcuno lo definisce, te ne accorgi giá dalla prima ora… che qui mica stiamo parlando di deficienti beoti, o no?

    3. Come al solito ci si divide per opinioni contrapposte e non si cerca mai di guardare oltre il proprio naso..Sono UGUALI !!! ed è per questo che non potevano convivere!!
      Ma quando caxxo aprirete gli occhi!!!

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