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    Ius soli temperato e culturae: facciamo chiarezza

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    Provate a prendere lo smartphone dei vostri figli, dei vostri fratelli o nipoti, sicuramente all’interno ci troverete le canzoni del personaggio in foto. Lui è Ghali, artista emergente della musica hip hop capace di fare milioni di visualizzazioni su Youtube con i suoi brani, perchè racconta la vita e i turbamenti dei ragazzi delle nostre periferie. Adesso molti di voi staranno pensando al fatto che l’incipit di questo articolo e la foto che lo accompagna siano in netto contrasto, ma non è così. Ghali, pseudonimo di Ghali Amdouni è uno dei rapper più amati dai ragazzi. E’ nato a Milano nel 1993 da genitori tunisini, ha sempre vissuto nel capoluogo lombardo, trascorrendo buona parte della sua infanzia e la sua adolescenza a Baggio, quartiere della periferia milanese. Qui studia, qui esce con i suoi amici che amano il kebab più di lui, con alcuni di loro inizia a fare musica. Non conosce la Tunisia, non ci è mai stato, ma conosce benissimo il suo quartiere e la sua città. Una vita familiare complicata, con il padre in carcere come molti dei suoi coetanei nel suo quartiere.

    Bene, per capire l’utilità dello Ius Soli è importante immergersi in queste storie, in queste vite, in questo modo ci sembrerà naturale cogliere la necessità di una legge che fa dissolvere un vulnus giuridico che blocchi queste situazioni. Attenzione a non confondere –come qualche politico sciacallo tenta di fare – lo Ius Soli con le immagini dei disperati che giungono sulle nostre coste con i barconi per scappare dalla fame e dalla guerra. Qui stiamo parlano di ragazzi italiani, che ancora oggi per lo Stato non lo sono. Ma che cos’è realmente lo Ius Soli temperato di cui si parla tanto in questi giorni? Partiamo col dire che il nuovo disegno di legge non prevede lo ius soli, cioè il diritto ad acquisire la cittadinanza per tutti quelli che nascono sul territorio italiano. La proposta di legge introduce invece uno ius soli temperato, prevede cioè che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo. Oltre allo ius soli temperato, la legge prevede anche lo ius culturae grazie al quale potrà ottenere la cittadinanza italiana anche il minore straniero nato in Italia o arrivato qui prima di compiere dodici anni che abbia frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni o che abbia seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei a ottenere una qualifica professionale.

    Secondo le stime della Fondazione Leone Moressa, considerando che i nati stranieri in Italia negli ultimi anni si sono attestati tra i 70mila e gli 80mila (ragazzi come Ghali), è possibile calcolare un numero di 45-50mila potenziali nuovi italiani ogni anno per ius soli temperato e di 10-12 mila bambini nati all’estero e iscritti a scuola. Detto questo appare chiaro che lo spettro di una sanatoria per legalizzare un’«invasione di stranieri» –sbandierata da molte forze populiste – non esiste. Ghali (e tutti gli altri nella sua condizione) è già in Italia, è italiano ma lo Stato ancora non lo riconosce. Saviano dice di lui: «Ghali è un dono che nasce quando il Paese ne ha più bisogno». Sicuramente può aiutarci a fugare ogni dubbio sulla scelta di civiltà che è lo Ius soli.

    2 COMMENTS

    1. Non ci facciamo mancare niente, anche politica distorta ci mettiamo a fare.
      Se Ghali è nato in Italia ed è residente ininterrottamente da almeno quattro anni può fare
      semplice domanda anche online per ottenere la cittadinanza.
      Le leggi ci sono, semplicemente oggi si vuol creare un bacino di voti per il PD regalando
      a costoro diritti negati agli italiani.
      Io invece sono per un’integrazione controllata in base alle possibilità ed ai meriti di chi la richiede,
      non come avviene oggi che abbiamo ridotto il territorio a un accampamento di disperati che
      rubano , stuprano, spacciano, pretendono servizi, case e wifi.
      Occorre fare una cernita ed il resto rimpatriati.

      • CONDIVIDO PIENAMENTE!!!!! Io da tanti anni in Brasile ho dovuto aspettare oltre 20 anni per diventarne cittadino, non é stato facile, la federazione brasiliana fa molta attenzione ai suoi nuovi cittadini, non regalano nulla. Chi sbaglia paga, ogni anno molti stranieri sono espulsi dal Paese, e la cittadinanza puo’ essere revocata se ci sono gravi motivi.

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