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    I dettagli dell’arresto del presidente dell’Ance Biancofiore

    POSTO AI DOMICILIARI CON L’ACCUSA DI ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE, INDAGATO A PIEDE LIBERO UN ALTRO IMPRENDITORE, IL FOGGIANO ROCCO BONASSISA

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    A distanza di 11 mesi dalla scoperta del sindaco di Cerignola di 20mila euro nella scatola consegnatagli in Comune e dove pensava ci fossero invece biscotti, è stato arrestato e posto ai domiciliari Gerardo Biancofiore, imprenditore di 51 anni del centro del basso Tavoliere, accusato di istigazione alla corruzione: è il presidente regionale dell’Ance, associazione nazionale costruttori edili. L’obiettivo della mazzetta, respinta dal sindaco Franco Metta che subito informò la Polizia e rese noto quanto successo su organi d’informazione e social network, sarebbe stato ottenere favori per i lavori alla discarica comunale, nella ricostruzione accusatoria. L’inchiesta conta un secondo indagato a piede libero, il foggiano Rocco Bonassisa, 48 anni, altro noto imprenditore, che avrebbe materialmente consegnato all’ignaro sindaco la scatola di biscotti con i 20mila euro.

    L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Biancofiore, firmata dal gip su richiesta della Procura, è stata eseguita martedì pomeriggio dagli agenti del commissariato. «Le indagini furono avviate il 7 dicembre scorso subito dopo la denuncia presentata dal sindaco per tentata corruzione: raccontò d’aver ricevuto una scatola di con 20mila euro» si legge nella nota stampa della Questura. «Le indagini coordinate dal pm Andrea Di Giovanni hanno consentito di fare luce sull’episodio denunciato e far emergere gravi indizi per il reato di istigazione alla corruzione nei confronti di Biancofiore. Dietro al “cadeau” della somma di denaro al sindaco» proseguono gli investigatori «c’era l’intenzione degli imprenditori Rocco Bonassisa e Gerardo Biancofiore di essere favoriti nell’approvazione di un progetto di finanza legato alla realizzazione del sesto lotto della discarica di rifiuti per l’impianto Sia di Cerignola. Gli indizi sono stati desunti da una pluralità di elementi, tra cui le dichiarazioni discordanti rese davanti al pm dai due indagati negli interrogatori; e dal contenuto degli sms che si scambiarono prima e dopo il fatto denunciato».

    «Apprendo da lei dell’arresto di Biancofiore, ma preferisco non rilasciare alcun commento: la magistratura farà il suo corso» dice al cronista l’avvocato e sindaco Franco Metta. Biancofiore nei prossimi giorni sarà interrogato in Tribunale a Foggia dal gip: si dice innocente. «C’era un’associazione temporanea di impresa con tre soci, di cui Biancofiore era socio in minima parte; quindi il mio assistito» commenta l’avv. Raul Pellegrini «non aveva alcun interesse a consegnare quei soldi: lo disse al pm durante le indagini e lo ribadirà al gip fornendo ampia documentazione a supporto delle sue dichiarazioni. Peraltro non posso fare a meno di rilevare che l’azione materiale della consegna del denaro è avvenuta ad opera di un altro notissimo imprenditore di Foggia, Rocco Bonassisa, che fu ripreso dalle videocamere del Comune e riconosciuto dal sindaco». Il legale di Bonassisa, l’avvocato Luigi Follieri, al cronista che gli chiede un commento sull’indagine replica: «in questa fase non ho nulla da dichiarare».

    A dare il via all’indagine la denuncia del sindaco Franco Metta, 11 mesi fa. «Alle 14.15 di ieri, 7 dicembre 2016», raccontò anche sui social Metta l’8 dicembre del 2016 «un uomo, R.B.» (sarebbe Rocco Bonassisa l’indagato a piede libero) «ha citofonato al mio ufficio in Comune affermando di avere con me un appuntamento. Sono andato alla vetrata d’ingresso, ho riconosciuto R.B e gli ho contestato che il suo socio G.B.» (si tratterebbe di Gerardo Biancofiore) «aveva sì fissato un appuntamento con me alle 14.30, ma per mercoledì 14 dicembre, quindi non potevo riceverlo. R.B. si è scusato per l’errore e mi ha allungato una busta natalizia tutta colorata e ornata di candele e Babbi Natale, dentro una confezione di biscotti. Ho ringraziato e sono rientrato in ufficio dove c’erano 4 persone cui ho offerto i biscotti: nella scatola non c’erano biscotti ma soldi. Precisamente, come ha accertato la Polizia, 20mila euro in banconote di vario taglio, divise in due pacchetti da 10mila euro. Ho subito informato il dirigente del commissariato, il vicequestore Loreta Colasuonno; e il capitano dei carabinieri. Mi sono recato subito in commissariato per sporgere denuncia contro R.B. e G.B., non senza aver prima estrapolato dal sistema di video sorveglianza le immagini di R.B. che va verso l’ingresso del Comune, con tanto di bustina natalizia in mano. I soldi sono stati ovviamente sequestrati». Metta – uno dei più noti penalisti non solo foggiani, dal 2015 primo cittadino di Cerignola – in un’intervista aggiunse che un mese prima della consegna dei «biscotti» aveva incontrato in Comune i 2 indagati; spiegò che in quell’occasione Bonassisa gli manifestò insieme al socio Biancofiore l’interesse ad avanzare un progetto di finanza per il sesto lotto della discarica, al che lui rispose che avrebbero dovuto avanzare la proposta nelle forme di legge.

    La Gazzetta del Mezzogiorno

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