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    “Il pallone non è sempre tondo”: attestati alle squadre di rugby del Liceo “Einstein” e dell’Iiss “Righi”

    Le due formazioni hanno partecipato al campionato nazionale studentesco

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    «Il pallone non è sempre tondo»: titolo che è anche una fotografia del nostro sport, pochi giorni dopo la clamorosa disfatta della nostra Nazionale di calcio, incapace di superare quella svedese nel playoff di accesso ai prossimi campionati del mondo di Russia, rimanendo fuori dalla rassegna iridata per la terza volta nella sua storia, a sessant’anni di distanza dall’ultima. E su questo ed altro si è riflettuto e dibattuto nel corso dell’evento conclusivo del campionato sportivo nazionale studentesco di rugby, le cui finali si sono disputate a Catania lo scorso settembre, a cui hanno partecipato la squadra femminile del Liceo Scientifico “Albert Einstein” e quella maschile dell’IISS “Augusto Righi”.

    L’incontro ha avuto luogo presso l’Auditorium dell’Istituto “Einstein” nella mattinata di martedì 21 novembre. Dopo i saluti della dottoressa Loredana Tarantinodirigente scolastico del Liceo “A. Einstein” – e della dottoressa Maria Rosaria Albanese dirigente scolastico dell’Istituto “A. Righi” -, le quali si son dette compiaciute del fatto che i loro studenti, attraverso una disciplina come il rugby, abbiano potuto cogliere alcune delle importanti metafore fra sport e vita, prende la parola la dottoressa Sabrina Ciccone, presidente dell’A.S.D. Cerignola Rugby, la prima e, ad oggi, unica realtà sportiva della palla ovale della nostra città: «Oggi si realizza un lungo percorso – afferma – che purtroppo non è sempre stato capito dalla città di Cerignola, in cui il rugby è ancora poco conosciuto e praticato. Ma sia la dottoressa Tarantino che la dottoressa Albanese hanno creduto in questo progetto. Quello di oggi non lo intendiamo un punto d’arrivo, ma di partenza».

    Fra le illustri personalità che hanno presieduto l’incontro vi è anche Domenico Di Molfetta, delegato provinciale CONI e referente territoriale delle attività motorie e sportive. Partendo dal presupposto che lo sport a scuola sia basilare poiché bisogna fare movimento e, al tempo stesso, capirlo, Di Molfetta sposta l’attenzione sul rugby: «Questa disciplina ha bisogno di un’azione culturale sul nostro territorio, in cui abbiamo il CUS Foggia come squadra di punta. Sono qui per farvi i complimenti, per il seme che avete gettato nell’anno precedente che darà frutti ancora migliori negli anni successivi. Come scuola regionale dello sport – prosegue il delegato CONI – abbiamo messo in cantiere corsi di formazione per i ragazzi del Liceo Sportivo. Io ho fatto tre Olimpiadi (Sidney 2000, Atene 2004 e Pechino 2008, come tecnico della Nazionale Italiana di Atletica, ndr) partendo da quei banchi dove ora siete voi e posso dirvi che ho toccato il cielo con un dito». A rappresentare il CONI anche il vicepresidente regionale, avvocato Francesca Rondinone: «Quando si parla di sport, della sua importanza, della cultura sportiva, c’è un problema: non ne siamo tutti davvero convinti – asserisce -. Il messaggio forte che deve arrivare è che lo sport è ciò che davvero può salvare una generazione che ormai non ha più punti di riferimento. Attraverso lo sport i ragazzi imparano il rispetto dell’altro, il raggiungimento della meta rispettando le regole, perché altrimenti si è fuori. Non si può vincere saltandole, cosa che purtroppo nella nostra società è normale». E rivolgendosi agli studenti-atleti presenti in sala: «Voi siete diversi da chi un’esperienza come la vostra non l’ha potuta o voluta fare. E lo sapete».

    Un ruolo fondamentale lo giocano anche le Istituzioni, rappresentate nell’incontro dall’Assessore allo Sport e Politiche Giovanili Carlo Dercole. La nostra città è attualmente l’unica in Provincia ad avere un Liceo di indirizzo sportivo. Si appresta, inoltre, a concludere un 2017 all’insegna del rinascimento sportivo. Ed evidenziando come le palestre scolastiche ed il palazzetto dello sport cittadino siano luoghi di attività per diverse ore ogni giorno, Dercole ricorda anche che «si è riqualificato il CERCAT, l’impianto sportivo del quartiere Torricelli, dove si è disputata lo scorso anno la prima gara di rugby della storia di questa città». La voce del FIR (Federazione Italiana Rugby) è quella del presidente regionale Grazio Menga, il quale s’è detto soddisfatto degli investimenti che la sua Federazione ha fatto su Cerignola. «Dobbiamo trasferire nelle società tutto quello che la Federazione investe in questi ragazzi. Inoltre deve esserci sinergia fra la scuola e la società presente sul territorio», dichiara il numero 1 del rugby pugliese che, parlando del suo sport, afferma che «è bellissimo ma complesso. Non è di contatto, come molti dicono, ma di combattimento. Combattere significa anche imparare a prepararsi a ciò che ci presenta la vita». Grazio Menga anticipa che il prossimo 16 marzo la Puglia ospiterà, per la prima volta, la gara della Nazionale Italiana di rugby Under 20, nell’ambito del Sei Nazioni. Il match sarà Italia-Scozia e avrà luogo a Bari. Si sta lavorando, inoltre, affinché anche la Nazionale maggiore disputi un test-match nella nostra regione.

    Saranno queste, per gli studenti-atleti delle nostre scuole, occasioni per assistere dal vivo ad eventi sportivi i cui protagonisti sono professionisti a tutti gli effetti. L’ultimo intervento in ordine di tempo è quello del professor Luigi Martiradonna, il supporto per l’attività tecnica specifica, l’allenatore, ma soprattutto l’imprescindibile punto di riferimento per gli alunni delle squadre che, sotto la sua ala, hanno partecipato al campionato studentesco. La gratitudine verso chi ha creduto nella bontà del suo operato e l’emozione prevalgono sul giovane insegnante, subito abbracciato da quei ragazzi che con lui hanno fatto un percorso di crescita umana, ancor prima che atletica. La cerimonia è stata conclusa con la consegna degli attestati, da parte dello stesso professor Martiradonna, agli studenti. In contesti sociali complessi per gli adolescenti di oggi, quella dello sport può rappresentare la giusta strada da percorrere, a maggior ragione quando lo si pratica a scuola, l’istituzione che, non a caso, si suole indicare essere “la palestra della vita”.

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