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    Campagne sempre più insicure. In aumento i furti e le violenze

    Le vittime vengono pedinate e derubate di trattori e macchine. Casi a raffica tra produttori e proprietari di masserie. Lanciato un nuovo appello

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    Furti di auto su commissione, anche nelle campagne, che fino a pochi anni fa costituivano l’unica oasi di tranquillità nel comune pugliese con la più alta densità criminale. Non dà tregua, non conosce soste la malavita cerignolana, la cui versatilità e “professionalità” costituiscono ormai modelli presi come punto di riferimento per le giovani leve delle nuove mafie della Capitanata. Le cronache delle ultime settimane raccontano le disavventure di numerosi agricoltori locali che, una volta giunti ai terreni di proprietà, si sono visti sfilare le proprie autovetture da malfattori in perlustrazione lungo i vari tratturi. Soggetti che si sono ormai specializzati nel compimento di questo tipo di reato fuori dal centro urbano – dove le telecamere paiono aver ormai completamente sostituito la presenza in strada degli agenti di polizia municipale – per muoversi più liberamente nell’infinito agro cerignolano, completamente abbandonato a sé stesso, tanto da diventare la nuova frontiera del degrado e del malcostume.

    Non si contano le incursioni lungo le strade di campagna dei malavitosi di piccolo cabotaggio, il braccio operativo di chi, quei furti li commissiona per alimentare il sempre florido mercato illegale dei ricambi d’auto, una delle “specialità della casa”. Vedette in continuo movimento che, una volta incrociate auto considerate in qualche modo interessanti, le tengono d’occhio rimanendo nei paraggi di qualche via di campagna. Approfittando della minima distrazione dei proprietari, se ne impossessano allontanandosi indisturbati, favoriti dalle numerose vie di fuga a loro disposizione. Zone di caccia preferite, le borgate e le località poste sulle direttrici che conducono ai due caselli autostradali o a ridosso della Statale 16. A subire maggiormente le attenzioni dei malintenzionati sono i frontisti dei terreni posti lungo via Santo Stefano e via Melfi, nonostante il notevole volume di traffico che nella zona si concentra per via della presenza di numerose imprese commerciali ed industriali nonché della vicinanza appunto al casello della A16 Napoli-Canosa.

    A farne le spese, ultimo in ordine di tempo, un piccolo proprietario terriero, che, nei giorni scorsi, ha incautamente lasciato aperta la propria auto, dopo averla parcheggiata a pochi passi dalla sua masseria. E’ bastato che l’uomo si allontanasse di poco per spingere i malviventi, appostati chissà dove, ad entrare in azione, lasciando a piedi il malcapitato. Quest’ultimo non ha potuto far altro che denunciare il fatto alle forze dell’ordine, che fanno egregiamente il proprio dovere, nonostante organici eufemisticamente definibili come esigui e con mezzi non all’altezza di una situazione, laddove insiste un discreto tasso di omertà, silente sostegno incondizionato alle attività criminali.

    tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno
    Ed. del 21.6.17