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    Progetto SPRAR a Borgo Libertà, Pezzano: «Al lavoro per la valorizzazione della borgata»

    «Comprensibili i timori dei residenti», afferma l'Assessore alle Politiche Sociali

    Pubblicato il

    Le ricostruzioni apparse sulla stampa relativamente all’attivazione di un progetto SPRAR all’interno della “Casa Sollievo dell’Immigrato”, allocata a Borgo Libertà, costringono ad alcune doverose precisazioni, tecniche e politiche, utili a riordinare gli elementi di base della questione, e quindi alla comprensione di ratio, contesto e percorso amministrativo dell’attività in oggetto. Preliminarmente va chiarito un punto, che è poi il punto di partenza dell’intero iter amministrativo, in assenza del quale è fin troppo facile addivenire a giudizi superficiali e sommari, che travalicano senso e merito, mistificando i fatti e prestando il fianco al fuoco dell’intolleranza. E il punto iniziale attiene all’eredità consegnata a questa Amministrazione con la struttura “Casa Sollievo dell’Immigrato”: un progetto, in sintesi, già avviato e completato nella precedente consiliatura, la cui mancata prosecuzione avrebbe comportato oneri non indifferenti per le casse comunali, soggette a sanzione con revoca dell’importante finanziamento ministeriale ottenuto all’uopo nell’ambito del PON Sicurezza per lo sviluppo, Obiettivo convergenza 2007-2013. Un rischio notevole, che era dovere di questa Amministrazione scongiurare: tacitare questo elemento costituisce grave omissione, oltre che sicura mistificazione.

    Altro dato da tenere in considerazione in premessa è il mutato scenario nazionale e territoriale in tema di flussi migratori, che scontano certamente una pressione differente rispetto al passato; di conseguenza, il diverso contesto normativo in cui si muovono gli enti locali, chiamati a fare ciascuno la propria parte e ad attenersi a precise direttrici ministeriali che, di concerto con l’Anci, fissano per i Comuni soglie tassative in tema di accoglienza, e relativi strumenti (vedi il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e rifugiati-SPRAR), giungendo finanche all’imposizione prefettizia laddove gli enti non rispondano in maniera solerte ed adeguata. I due punti in premessa sono essenziali per comprendere a pieno il percorso, quasi obbligato, a cui è dovuto sottoporsi l’Assessorato che mi onoro di rappresentare, stretto tra diverse esigenze: da un lato quella umanitaria e normativa, che ci ha portati a definire anche un secondo SPRAR sì da rispondere alle esigenze di accoglienza del Ministero imposte al comune di Cerignola, riutilizzando la ex scuola per infermieri, in pieno centro (basti questo a rifuggire l’idea di una volontà politica ghettizzante); dall’altro l’onere di dover dare prosecuzione alla progettualità sorta nel frattempo a Borgo Libertà e che per scelta politica della precedente amministrazione era già stata destinata all’accoglienza temporanea di persone extracomunitarie regolari. Finalità che codesto Assessorato ha inteso e dovuto assolvere sin dal suo insediamento (anche per non incorrere nella sanzione di cui sopra), bandendo un avviso pubblico per l’individuazione di un soggetto gestore del servizio già predisposto all’interno della struttura.

    Solo a fronte di un avviso andato deserto ci si è posti il problema del riutilizzo del centro, con modalità che non stravolgessero la destinazione di partenza. Da qui la scelta di attivazione di uno SPRAR, nella triplice consapevolezza che: a) il Comune di Cerignola deve, al pari degli altri enti, rispondere alle mutate esigenze di accoglienza; b) una eventuale inerzia amministrativa comporterebbe l’intervento impositivo dell’organo prefettizio; c) lasciare nel totale abbandono una iniziativa già predisposta avrebbe comportato la revoca del finanziamento ministeriale erogato. Vi è anche un quarto elemento valutato da questa Amministrazione, che si pone in continuità con i timori espressi dalla comunità residente a Borgo Libertà: il rischio di ghettizzazione dei migranti in una realtà già particolarmente complessa e travagliata. Da questo punto di vista, lo SPRAR offre certamente maggiori garanzie in termini di sicurezza e possibile integrazione dei migranti rispetto alla progettualità precedente, trattandosi di strumento sotto il controllo istituzionale di Comune e Prefettura e con finalità integrative nella comunità di approdo. Infine, proprio in virtù di questi timori -oltre che per rispondere al sacrosanto diritto dei residenti di vivere una vita dignitosa e civile-, questa Amministrazione ha cominciato ad intervenire concretamente nella borgata sul fronte servizi: riprova ne sono la riattivazione dello Sportello postale e del Centro Incoming turistico giovanile, nonché la nascita, in cantiere, di un punto di primo soccorso sanitario. La progettualità turistico-culturale, poi, di Torre Alemanna, opportunamente monitorata ed indirizzata, potrà fungere da traino per la valorizzazione dell’area ed un rinnovato risveglio sociale, garantendo al contempo una sicura vicinanza istituzionale.

    Per tutti questi motivi, il mio appello è alla comunità cerignolana, a non perdere quel volto umano e solidale di cui ha sempre dato dimostrazione. Ai residenti di Borgo Libertà la garanzia di trovare in questa Amministrazione un interlocutore costante, consapevole delle istanze delle comunità. Siamo al lavoro per questo.

    1 COMMENT

    1. Le uniche attività della borgata oltre le solite tematiche le hanno fatte i giovani.
      Vedi cooperative culturali varie e quel ragazzo che fece la giornata della pace che fu stupenda.
      Altro a quando?

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