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    Cerignola, protesta di piazza per il caos SIA. In serata parte la raccolta con ordinanza

    L'AGER obbliga Metta all'ordinanza (tardiva). In contemporanea al sit-in, parte delle maestranze SIA a lavoro (senza stipendio), supportate da imprese locali

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    Per la vertenza SIA è stata una giornata importante quella di ieri, perché se da una parte c’è la protesta in piazza di cittadini, operai, associazioni e partiti d’opposizione dall’altra c’è l’attesa (quanto inaspettata) ordinanza del Sindaco Franco Metta che da il via libera alla procedura di sgombero dei rifiuti.

    LA PROTESTA Come accadde circa un anno fa per la questione fumi tossici, la contestazione si è spostata dai social alla piazza con il sit-in che si è tenuto nel tardo pomeriggio davanti a Palazzo di Città, nonostante poche ore prima fosse stata emessa l’ordinanza d’emergenza per la raccolta dei rifiuti. Alla protesta hanno preso parte cittadini, associazioni, la coalizione d’opposizione e gli stessi operai di SIA che hanno manifestato la loro rabbia e delusione per come è stata gestita la crisi: «Noi operai siamo rimasti senza mezzi, con lo stabilimento chiuso. Siamo stati esclusi dal dibattito, vittime di una vera e propria trappola. L’azienda in questi due anni è diventata ingestibile e non vediamo altra prospettiva che il fallimento». Sono queste le parole degli operai – ormai da tre mesi senza stipendio – che individuano la causa del dissesto, oltre che nella mala gestione, nella mancanza di cooperazione tra i Comuni del Consorzio: «Sei o sette comuni hanno giocato al massacro chiamando aziende esterne per la pulizia cittadina, abbandonando così Cerignola e Orta Nova. I lavoratori non ripongono più fiducia negli altri Sindaci del Consorzio. Dovrebbero dimettersi tutti e nove per averci trascinati in questa situazione». Ma dal palco di Piazza della Repubblica si susseguono unanimi le accuse nei confronti del Sindaco e Presidente del Consorzio Franco Metta, reo per i contestatori di aver fallito in pieno nelle politiche ambientali (vero cavallo di battaglia dell’attuale primo cittadino nel corso della campagna elettorale del 2015) e di avere, con la sua gestione, depauperato e condotto la SIA sull’orlo del fallimento. Si levano anche la proteste dei consiglieri d’opposizione: «Oggi con colpevole ritardo Metta ha finalmente emesso l’ordinanza di sgombero dei rifiuti perché la Regione e la Prefettura gli hanno intimato di prendere provvedimenti davanti a questa emergenza – attacca il consigliere PD Daniele Dalessandro – ma se verrà risolto qualcosa sarà solo merito degli operai della SIA che questa notte effettueranno la raccolta rifiuti sebbene non ricevano lo stipendio da tre mesi».

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    LO SGOMBERO Se nella giornata di mercoledì la prospettiva di risoluzione della crisi -perlomeno quella auspicata dall’Amministrazione Comunale – era l’intervento dell’esercito, nel primo pomeriggio, a seguito di ordinanza dell’AGER, da Palazzo di Città arriva il provvedimento che dispone la raccolta dei rifiuti che verrà effettuata dalle maestranze della SIA affiancate dalle aziende Ecodaunia e Laveco, più una terza azienda “neonata”. Parte dei rifiuti sarà stoccata temporaneamente nei capannoni delle tre società e altra parte trasportata al centro di biocompostaggio di Massafra. «Dalle ore 20:00 per tutta la notte e per tutto il tempo che sarà necessario, i lavoratori della SIA saranno disponibili a ripulire la Città con il supporto di mezzi messi a disposizione da aziende cittadine»; queste le dichiarazioni del Sindaco Metta rese a mezzo comunicato stampa. Della giornata di ieri rimangono tre immagini: la prima, probabilmente la peggiore, è quella dipinta dagli operai della SIA che hanno denunciato l’abbandono dell’azienda e lo scontro tra i comuni aderenti al consorzio, oltre all’assenza di retribuzione. Prospettiva che – se confermata – non sarebbe proprio gratificante per un territorio che ha bisogno di tutto tranne che ulteriori divisioni. La seconda è quella della protesta di piazza, che non si deve ridurre alla mera contestazione politica dell’attuale amministrazione – che di sicuro ha le sue colpe, seppur non è sola – ma diventare strumento per fare luce sul malfunzionamento del sistema che ha portato all’attuale emergenza ambientale e lavorativa. La terza, la più confortante, è quella dei camion che cominciano a svuotare i cassonetti stracolmi di rifiuti. Leciti i sospiri di sollievo, ma guai ad esultare o a pensare che la questione finisca qui, perché il futuro porta con se numerose incognite. Già nell’immediato.

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