A margine del più caldo periodo estivo, è ripresa delle attività un po’ per tutti i gruppi politici che operano nella città ofantina. Da destra a sinistra tutti provano a riorganizzarsi, a ridiscutere il proprio ruolo, a preparare il futuro in prospettiva 2020. Tutti, tranne il Partito Democratico. E’ ferma da settimane infatti l’attività politica in casa Pd, partito la cui incisività come opposizione è sempre più evanescente. L’operato della segretaria Sabina Ditommaso sarebbe sotto la lente d’ingrandimento; diverse le frange critiche -anche tra i suoi sostenitori -, insoddisfatte della guida democrats, colpevole di non fornire – secondo alcuni – una linea politica precisa sulle grandi questioni.
Lamentele anche da qualche consigliere, che non vedrebbe di buon occhio alcuni desiderata della segretaria (e più in generale della segreteria dem). Così come è stata più che esplicita la presa di distanza del gruppo Orlando su una delle ultime uscite di Ditommaso. Da oltre un mese nessuna parola da via Mameli, nessuna uscita pubblica, comizi di partito neppure a parlarne. Permane il costante clima di lotta, interno ed esterno, con un partito (o quel che ne resta) in balia degli eventi. Clima che pregiudica anche l’operato dei tre consiglieri Pd, come qualcuno di loro conferma a microfoni spenti per non alimentare nuove tensioni; maldestro anche il tentativo di isolare il partito, di mettere in atto la strategia del “meno siamo meglio stiamo” – mormorano -, in netto contrasto con le dichiarazioni programmatiche a margine dell’elezione.
A pochi giorni dall’annunciata Festa dell’Unità, che si terrà a fine settembre, il Pd di Cerignola sembra, mai come adesso, un piccolo partito gestito da pochi. Voci critiche dunque si levano e se ne dà notizia. E anche in questo si registra qualche atteggiamento rivedibile dei vertici Pd; partono querele e puntualmente segue – lapalissiana – la richiesta di archiviazione: «particolare tenuità del fatto», errore che vale doppio.