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    Il centro Intercultura presenta i programmi per l’anno scolastico 2019/2020

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    Ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di martedì 6 novembre, presso l’auditorium dell’I.I.S.S. “Augusto Righi” di Cerignola, la presentazione ufficiale dei programmi da parte del locale Centro di Intercultura in vista dell’anno 2019/2020. Nell’incontro rivolto ai ragazzi interessati ed alle loro famiglie, con il patrocinio del Comune di Cerignola, i rappresentanti e i volontari locali della onlus, nata ufficialmente in Italia nel 1955, hanno illustrato il proprio progetto educativo. L’evento è stato presieduto dall’Assessore alla Cultura ed alla Pubblica Istruzione del Comune di Cerignola, prof.ssa Raffaella Petruzzelli, dal dirigente scolastico dell’IISS ‘Righi’, prof.ssa Maria Rosaria Albanese, dal presidente del Centro locale di Intercultura, prof.ssa Maria Luisa Russo, e dalla dott.ssa Emanuela Di Chiara Stanca, responsabile di zona per lo sviluppo del volontariato. È proprio la dott.ssa Di Chiara Stanca a spiegare, a lanotiziaweb.it, le linee guida del programma: «Intercultura offre agli studenti del territorio, fra i 15 e i 17 anni, la possibilità di trascorrere dei periodi di studio all’estero, ospiti di famiglie e frequentando le scuole dei territori in cui sono iscritti. I programmi hanno una durata che varia da uno fino a 10 mesi, l’intero anno scolastico, e prevedono l’inserirsi all’interno di una nuova cultura. I volontari propongono queste iniziative a tutti gli studenti del territorio e possono cimentarsi all’interno di un concorso che prevede delle prove di selezione, perché bisogna dimostrare di essere pronti ad un’esperienza che è molto stimolante ma altrettanto impegnativa e che richiede di mettersi in gioco completamente».

    Le selezioni si terranno a Cerignola ed è necessario iscriversi entro il 10 novembre. Sul sito www.intercultura.it è possibile reperire tutte le informazioni. «Sono previste delle prove – sottolinea la dott.ssa Di Chiara Stanca -. La prima è di tipo attitudinale, cioè bisogna dimostrare di essere pronti a partire per un periodo, più o meno lungo, all’estero. Dopo è previsto un colloquio con i volontari, che vanno ad indagare sulla motivazione e l’interesse circa questo tipo di esperienza. Ci sono a disposizione borse di studio che vanno a coprire anche l’intera quota di partecipazione al programma». In tal proposito, è la Fondazione Casillo a metterne a disposizione una per un programma annuale in un Paese del Nord Europa, rivolta a studenti pugliesi. A vincerla lo scorso anno fu il nostro giovane concittadino Emiliano Maggio, che oggi sta affrontando il proprio programma scolastico annuale in Cina. L’Istituto Righi è un partner fondamentale per il Centro locale di Intercultura, essendone sede ormai storica delle attività. Gli onori di casa non potevano che esser fatti dal dirigente, Maria Rosaria Albanese, che al nostro sito ha affermato che «la formazione all’internazionalizzazione è uno degli aspetti centrali per lo studente di oggi. Nella scuola odierna non si può più immaginare una formazione fatta per steccati, cioè che arrivi entro un certo confine e non prosegua oltre. Le competenze nella scuola sono trasversali ed interconnesse. Nella nuova raccomandazione del Consiglio Europeo, sul quadro delle competenze, è prevista quella multilinguistica. Al suo interno l’Intercultura è prevalente: significa capacità di dialogo, di intermediazione, di conoscenza dell’altro, di affrontare il concetto di diversità. Il ragazzo di oggi – aggiunge il dirigente scolastico – ha tre identità, nazionale, europea e mondiale, che si sovrappongono e si intersecano tra loro».

    Il ‘Righi’ ha una consolidata tradizione di accoglienza e di emissione degli studenti. Attualmente, una studentessa del quarto anno, Emanuela, è negli Stati Uniti mentre ne sono ospiti due provenienti da Thailandia e Turchia, con una terza in arrivo nel 2019 dall’Australia. «La mobilità internazionale concretizza l’internazionalizzazione della scuola», è quanto tiene ad evidenziarci Maria Luisa Russo. Il presidente del Centro locale Intercultura dà inoltre i suoi consigli a quei ragazzi, e alle loro famiglie, che non hanno ancora del tutto allontanato i propri timori dinanzi all’idea di un’esperienza di questo tipo: «Dico loro di non avere paura perché il mondo è ampio ma, allo stesso tempo, diventa piccolissimo se lo si vive attraverso una famiglia, attraverso il linguaggio dell’accoglienza che supera i confini, che li abbatte. Questo tipo di associazione prevede un tutor scolastico, un assistente, una famiglia che è selezionata, già di per sé interculturale. La scuola, la famiglia, la città sono preparate ad accogliere i ragazzi che fanno questa esperienza. Partire significa fare una scelta di vita. Si torna diversi, più maturi, consapevoli di cosa significhi essere cittadini di un mondo che nella sua globalità è locale, potremmo parlare di mondo glocale. Vivranno con ragazzi – conclude – che sono diversi per nascita, cultura, lingua ma che hanno gli stessi interessi, ambizioni, paure. Non saranno mai soli».

    Intercultura è una onlus al servizio di studenti, famiglie e scuole. È un ente la cui crescita ed importanza è testimoniata anche dai numeri: 157 centri locali distribuiti in tutta Italia, 4500 volontari dedicati alla formazione e all’assistenza, scambi con 65 Paesi in tutto il mondo, 2225 ragazzi all’estero nel 2018, 800 famiglie ospitanti in Italia nello stesso anno e 1500 borse di studio. Tutto questo permette ai giovani di «diventare cittadini del mondo e non turisti per caso» – evidenzia l’Assessore Petruzzelli -che, facendo suo il testo de ‘La storia siamo noi’ di Francesco De Gregori, esorta gli studenti presenti in sala a farsi protagonisti della storia intraprendendo un’esperienza come quelle offerte da Intercultura. Fra i partner del progetto va, inoltre, segnalata l’adesione dell’Associazione “La voce delle donne” di Stornara (Foggia). Abbracciare il progetto di Intercultura significa anche farsi promotori di pace, vivere esperienze dalle quali si riceve talmente tanto che non si può fare a meno, successivamente, di restituirlo agli altri. È questo, fra i tanti, uno dei più importanti messaggi che i volontari della onlus hanno trasmesso.

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