Dopo le note vicende in seno al Consorzio e alla SIA, la società in house che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti per nove comuni tra basso Tavoliere e nord della Bat, torna a far luce sul tema il Sindaco di Cerignola, Franco Metta. «Il momento è cruciale – dice il primo cittadino -. Chi ha il nostro comune interesse a tutelare azienda e posti di lavoro deve essere attento e concreto. Siamo al 10 aprile. Di contratti di servizio, salvo quello di Cerignola, sottoscritto, quello di Orta Nova, pressoché pronto, nemmeno l’ombra. I contratti di servizio, nove contratti, non risolvono tutti i problemi, di sicuro. Ma senza i contratti SIA non può vivere. L’Ager promette, ma per ora nulla ha fatto» accusa l’avvocato.
Le difficoltà per la sopravvivenza della SIA sono ben conosciute ai più e riguardano da un lato la nota debitoria nei confronti dei fornitori e dall’altro i mancati pagamenti di diversi comuni. Difficoltà di cassa, quindi, che si riverberano sulle maestranze, con il ritardo negli stipendi, e “servizi” non migliorabili a causa dell’impossibilità di fare investimenti. A questo si aggiunge il nodo impiantistica. «Aseco è vitale per la impiantistica. Merita ogni collaborazione – ha riferito Franco Metta, ex-Presidente del Consorzio poi dimissionario -. Ma le prospettive devono essere chiare. Nessun esproprio in danno di SIA, ma fruttuosa collaborazione in posizione paritaria tra le due aziende pubbliche. Le chiacchiere di chi a giorni alterni esce ed entra dal Consorzio proprietario di SIA sono e restano tali. Non vi sono alternative a SIA. Si punta a favorire privati, uccidendo SIA. Su questo tema occorre vigilare e contrastare ogni oscuro disegno. Garantire SIA è la assoluta priorità».
Metta non risparmia, come già fatto nei giorni scorsi, aspre critiche agli altri Sindaci: «è sotto gli occhi la incapacità di costruire un progetto. Criticano, sparlano, accusano. Ma di assumersi qualche responsabilità non se ne parla nemmeno. Cerignola, come sempre, farà e ha fatto, anche questo mese, il suo dovere. Non si possono chiedere miracoli, se SIA non viene posta nelle condizioni economiche di continuare la sua attività. Quando questa sarà garantita, solo allora, tutto si potrà ridiscutere e programmare, senza condizioni, almeno da parte del mio Comune. Ma temo che l’obbiettivo sia altro». I rischi per il futuro dei lavoratori di SIA intanto continuano a spaventare diverse famiglie, sulle quali pesa anche l’ombra di una privatizzazione dell’azienda, oltre a quella di un vero e proprio scippo. «Se SIA scomparisse sarebbe il caos totale, arriverebbero i privati. Quelli che oggi non vogliono dare “cento” a SIA, dovrebbero riconoscere “mille” ai privati».
Gennaro Balzano
La Gazzetta del Mezzogiorno