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    Pietro Cianci, una vita da infermiere fra passione e fatica che ha attraversato quasi mezzo secolo

    Nei giorni scorsi il meritato riconoscimento alla carriera da parte dell'Opi di Foggia

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    Ci sono storie, che a volte si intrecciano con la nostra sfera quotidiana, che nella loro apparente normalità racchiudono un grande elemento di straordinarietà. Una di queste è quella di Pietro Cianci, infermiere professionale di Cerignola, che lo scorso 1° settembre è convolato verso una più che meritata pensione. Fin qui nulla di eccezionale, se non fosse per il fatto che la sua carriera è durata l’arco di ben 48 anni, un cursus da record anche a livello nazionale.

    La carriera del signor Pietro, conosciuto da tutti come Pierino, ha le sue origini addirittura dalla minore età. A 17 anni – correva l’anno 1969 – frequenta la scuola per infermieri generici di Canosa di Puglia. Nell’agosto dell’anno successivo consegue il diploma del suddetto corso. L’abilitazione alla professione giunge un mese dopo, segnatamente alle 11 del mattino del 21 settembre 1970. Appena tre ore più tardi, il giovane Pietro Cianci viene assunto e mandato ad operare subito in corsia presso l’Ospedale ‘Tommaso Russo’ di Cerignola, in un’Italia nella quale vigeva un mondo del lavoro assai diverso rispetto a quello odierno. A firmare il contratto è suo padre, Vincenzo, dato che all’epoca si diventava maggiorenni al compimento dei 21 anni. È il 31 gennaio del 1972 quando lo Stato chiama Pietro a svolgere il servizio di leva. Nella caserma di Sora, in provincia di Frosinone, è l’unico di 1700 reclute ad avere la qualifica di infermiere, cosa che lo porta a ricoprire il ruolo di ‘aiutante di sanità militare’ e a vaccinare tutti i suoi commilitoni ogni quattro mesi. Nel 1973 fa rientro al ‘Tommaso Russo’ di Cerignola, dove mette la sua professionalità al servizio in quasi tutti i reparti.

    Pietro Cianci, nel corso degli anni, non cessa di studiare e di specializzarsi, finendo per acquisire la certificazione di Infermiere Professionale abilitato alle funzioni direttive (Ip Afd). Nel 1993 viene trasferito nel Centro Trasfusionale del ‘Tommaso Russo’, raggiungendo poi quello dell’Ospedale ‘Giuseppe Tatarella’. È in questo contesto che l’operato di ‘Pierino’ Cianci raggiunge risultati ragguardevoli. Quei donatori di sangue che nel 1993 erano in media 300, sono diventati oggi 1500! La corsia ospedaliera è anche il luogo in cui incontra colei che diverrà sua moglie. Come detto, dal 1° settembre 2018, Pietro Cianci è collocato a riposo. È dei giorni scorsi il meritato riconoscimento alla carriera da parte dell’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Foggia. «Con la tua pensione, il centro trasfusionale e l’ospedale tutto perdono una colonna portante, ne siamo convinti. Nulla sarà più come prima. Però confidiamo che i piccoli germogli che hai seminato con il tuo esempio in ciascun infermiere, possano crescere e dare i loro frutti», è quanto si legge in un passo della lettera che i suoi colleghi gli hanno affettuosamente tributato, segno del fatto che la professionalità, la passione e la dedizione da lui dimostrate hanno lasciato una traccia indelebile. Quella dell’infermiere è una professione, se non una missione, dal valore inestimabile per il bene di una comunità. Aver avuto nella nostra una personalità come quella di ‘Pierino’ Cianci, non può che rappresentare un motivo di enorme orgoglio.

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