Diecimila metri quadrati di immondizia pari a oltre 700 tonnellate. Questi i numeri dello spettacolo in scena da quasi due settimane sul piazzale dell’Interporto, sequestrato il 2 luglio scorso dai NOE di Bari. Nel centro intermodale era stata infatti depositata su indicazione del Sindaco Franco Metta l’immondizia dell’emergenza di fine giugno. Parte da qui l’inizio della fine, con i lavoratori in protesta durante la scorsa settimana. Venerdì 13 la proposta fatta da ASIPU al Comune di Cerignola per assorbire dipendenti e svolgere il servizio di raccolta. Una cifra a pochi metri dalla follia, 11 milioni di euro. Seppur Metta proverà a limare il corrispettivo annuale, la frittata è fatta e il costo della TARI per i cerignolani aumenterà (di circa il 50%). ASIPU chiede una cifra di qualche migliaio di euro inferiore gli 11 milioni (superiore ai quasi 6 milioni pagati in precedenza da Cerignola). Svolgerà il servizio di raccolta e riassorbirà le 125 unità tra autisti, operatori, coordinatori e impiegati. In più, avvio entro un anno del porta a porta e servizio di disinfestazione, disinfezione e derattizzazione, che Metta aveva tolto a SIA e affidato ad altra azienda.
TRIPLA BEFFA Tonnellate di immondizia all’Interporto, con conseguente probabile danno ambientale da un lato; fallimento di SIA con svendita ad Asipu a costo doppio rispetto al precedente contratto, dall’altro. Terza questione? L’impiantistica regalata ad ASECO.
IL FUTURO? L’ingresso in Asipu dipende in parte anche da cosa decideranno gli altri 8 comuni, seppur Metta si è mostrato disponibile a firmare con la società coratina. Poi c’è SIA, che, se ricevesse il denaro che i 9 comuni daranno in caso di accorso ad ASIPU, potrebbe andare avanti ed evitare il fallimento. Ci sono poi gli stipendi arretrati: dopo l’anticipo dell’85% di luglio restano in sospeso Maggio, giugno e la quattordicesima.