Senza stipendio da oltre venti giorni, i lavoratori della SIA srl sono in stato di agitazione ad oltranza, almeno finché non vi saranno importanti rassicurazioni circa il futuro della società; in soldoni, non solo il pagamento dello stipendio ma anche la garanzia di stabilità e tranquillità. Si scrive garanzie si legge piano industriale, quel piano che non è riuscito a garantire la governance di SIA nominata durante la presidenza di Franco Metta, ora ex-Presidente dimessosi poche ora fa. E’ previsto per venerdì 23 marzo un incontro tra il commissario dell’AGER, Gianfranco Grandaliano, e i sindaci del Consorzio: sarà quella l’occasione per mettere insieme le istanze della proprietà e le esigenze di comuni e lavoratori. Ma non solo. Si prospetteranno anche le soluzioni per far proseguire l’avventura di SIA, attualmente in linea di principio già fallita.
Al momento la società in house, pur vantando diversi crediti dai comuni, non ha denaro in cassa, ma soprattutto non ha le garanzie per procedere a qualsiasi tipo di investimento o progettazione. A questo si aggiungono le debitorie con gli impianti di Taranto e Grottaglie, le criticità circa i macchinari, le dotazioni di sicurezza e i piccoli creditori. E a rendere ulteriormente critica la cosa c’è la questione stipendi per oltre 300 dipendenti e il servizio di raccolta e smaltimento, adesso fermo. Proprio i dipendenti, che negli ultimi due anni hanno accettato le mediazioni sollecitate dai Sindacati e dalla proprietà, oggi sono sul piede di guerra: chiedono ragioni del perché non si è accelerato sull’impiantistica – biostabilizzazione e VI lotto – e perchè si è protratta per tempi lunghi la firma dei nuovi contratti, facendo scoppiare in queste ore la bolla.