Prima un «chiuso per sciopero», nella giornata di martedì, poi la chiusura nella giornata di ieri. Questi i fatti che hanno interessato la villa comunale di Cerignola, affidata alla cooperativa “il Giglio”, dopo la risoluzione del contratto per interdittiva antimafia alla Mondoservice. Proprio nella mattinata di ieri una delegazione della società ha incontrato uno dei commissari prefettizi, la dott.ssa Adriana Sabato, per chiedere rassicurazioni circa al futuro dei lavoratori. Sarebbe infatti scaduto il contratto e i lavoratori vorrebbero scongiurare il rischio di restare senza lavoro. Se però martedì il cartello «chiuso per sciopero» è stato dopo poco rimosso e il parco cittadino riaperto, ieri la Villa è rimasta chiusa. «Comprendendo le paure dei lavoratori delle cooperative che ne hanno la gestione, chiedo loro di aver fiducia nelle istituzioni – ha scritto sui social Tommaso Sgarro -. Non rendetevi strumento di rivalsa di qualcuno ma contribuite al buon lavoro che i rappresentati dello Stato dovranno fare in città, per la città. Dal mio punto di vista questo episodio conferma quello che sosteniamo da anni: certi beni pubblici non possono di fatto essere privatizzati».
La villa comunale infatti è stata al centro della polemica politica già a pochi mesi dall’elezione di Franco Metta. Prima venne affidata, a seguito di bando, alla Cooperativa “Cerignola Progresso” poi raggiunta da interdittiva antimafia (2017). Successivamente passò alla “Mondoservice”, anche quest’ultima raggiunta poi da interdittiva antimafia pochi mesi addietro, nel 2019. In seguito la gestione è stata presa dalla cooperativa “il Giglio”: proprio i lavoratori di quest’ultima oggi chiedono rassicurazioni sul proprio futuro. Rovescio della medaglia è la posizione di molti cittadini assidui frequentatori della villa, che vorrebbero riaperto il parco.