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    Il 25 aprile dell’ANPI Cerignola fra memoria della Liberazione e lotta al neofascismo

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    «A me non me sta bene che no»: la risposta di Simone, il 15enne romano del quartiere Torre Maura rivolta ai manifestanti del movimento di estrema destra Casapound, che ha recentemente fatto il giro del web per la sua spontaneità e fermezza, ha dato il titolo alla giornata di celebrazione del 74° anniversario della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo organizzata dall’ANPI “Pasquale Specchio” di Cerignola. La cronaca di questi tempi ha infatti dato un’ulteriore spinta alla sezione ofantina, ai suoi iscritti e simpatizzanti ed ai cittadini che si riconoscono e difendono i valori dell’antifascismo, della Resistenza, della Costituzione, della democrazia, dell’uguaglianza e della libertà, a scendere in piazza per ribadire il proprio forte ‘No’ e tenere alta la guardia dal riemergere di inquietanti rigurgiti neofascisti. L’ultimo caso di una degradante escalation di fenomeni di questo tipo è quello verificatosi lo scorso 24 aprile a Milano, quando un gruppo di ultras laziali in trasferta ha inneggiato indisturbato a Benito Mussolini presso Piazzale Loreto con tanto di striscione. Questo testimonia quanto sia fondamentale, e tutt’altro che anacronistico, sentire attuali quei punti saldi su cui si è costruita la Liberazione del nostro Paese dal mostro nazifascista nel 1945. A ribadirlo a lanotiziaweb.it è il presidente dell’ANPI Cerignola, Vincenzo Colucci: «È importante essere in piazza perché c’è un disegno che vuole relegare il fascismo ad un evento storico conclusosi 74 anni fa, mentre certi fatti sono sotto gli occhi di tutti. Essere fascisti è un atteggiamento, è un’idea di non convivenza pacifica tra i popoli. Questa giornata sta a ricordare l’importanza dell’accoglienza, dell’uguaglianza, del rispetto della diversità e dell’inclusione di tutti».

    Colucci dice la sua anche sul contraddittorio atteggiamento del governo nazionale in carica rispetto all’antifascismo: «Quando di uomini e bambini che scappano dalla guerra e dalla fame si dice che devono rimanere in mare perché i porti sono chiusi, significa essere fascisti, al di là della partecipazione o meno dei membri del governo ad iniziative legate al 25 aprile». Sulla stessa frequenza d’onda è l’on. Michele Galante, presidente dell’ANPI Foggia, sceso in piazza anch’egli a Cerignola: «Le manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia hanno avuto una grande partecipazione popolare – dichiara al nostro sito -. Credo siano proprio la risposta sia a questo sdoganamento di formazioni neofasciste, che in questi giorni hanno voluto fare diverse provocazioni, sia per costruire un’ampia unità delle forze democratiche attorno a questo, perché il fascismo non deve tornare, sia in Italia che in Europa». L’on. Galante risponde anche a chi si ostina a ritenere questa giornata un fattore di divisione del nostro Paese, quasi come a spaccarlo e dare luogo a ‘tifoserie’: «Chi cerca di accreditare questa tesi è stato sconfitto dalla storia. Il 25 aprile 1945 non ha diviso l’Italia. L’Italia era stata divisa dalla dittatura fascista, dalla guerra, dalle leggi razziali e questo ci aveva allontanati dall’Europa. Dalla Liberazione si è chiusa una pagina e se n’è aperta un’altra che ha garantito all’Italia democrazia, libertà, diritti, pluralismo. Nel passato – prosegue Galante – c’erano gruppi che si richiamavano al fascismo e che dicevano che il 25 aprile fosse divisivo. Oggi a dirlo è un vicepresidente del Consiglio nonché Ministro degli Interni, accreditando una tesi infondata. Il problema non è lo scontro tra fascisti e comunisti, che non c’è, ma tra chi predica ancora teorie fasciste e il resto del popolo italiano che vuol vivere in democrazia e libertà. Questo fu il punto nel 1945 ed è ancora quello di oggi. È un’illusione credere che si possa tornare al passato, un passato sepolto, anche se bisogna stare sul ‘Chi va là?’ e tenere la guardia alta, fare in modo che queste recrudescenze neofasciste siano non solo circoscritte, ma completamente abbattute».

    Il partecipato corteo ha preso il via da Piazza Duomo, con le tappe che sono state gli omaggi ai monumenti del partigiano e padre del sindacalismo, Giuseppe Di Vittorio, e dell’antifascista cerignolano vigliaccamente trucidato nell’eccidio delle Fosse Ardeatine (Roma, 1944), Teodato Albanese. Qui ha preso la parola Gianfranco Specchio, figlio di Pasquale, partigiano ed ex primo cittadino di Cerignola (con il P.C.I.) fra il 1946 ed il ’50, e di Filomena Della Croce, partigiana anch’essa. È il ricordo di sua madre ad essere al centro del suo intervento, scomparsa lo scorso 4 luglio a pochi mesi dal compiere 100 anni, ribadendo quanto il 25 aprile sia una sentitissima festa per la sua famiglia. Si giunge, infine, dinanzi alla Villa Comunale per il comizio dell’on. Michele Galante. Diversi sono i temi attraversati e che tengono collegata la storia con ciò che è l’attualità. Gli attacchi strumentali al valore di questa giornata si sono infittiti, col tentativo di svilirne la portata storica, civile e morale. Non da meno è stato l’atteggiamento del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, recatosi nell’occasione in Sicilia, affermando di ritenere più importante la lotta alla mafia rispetto all’antifascismo, come se si trattasse di due battaglie in contrapposizione fra loro. «Vorrei ricordare al Ministro Salvini che spesso la lotta alla mafia è stata fatta da coloro che hanno avversato il regime fascista, perché quest’ultimo era colluso con la mafia», sottolinea l’on. Galante, ricordando anche i sindacalisti vittime della criminalità organizzata nel secondo dopoguerra, come Pio La Torre. Si è giunti a conclusione di un partecipato e proficuo pomeriggio senza dimenticare quella che fu la Cerignola antifascista, antifascista come lo si è dimostrata oggi, in difesa della Costituzione e ribadendo la bellezza e la freschezza del significato di questa giornata, con buona pace di chi si ostina ad insinuare il contrario.

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