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    Il pagellone dell’Audace Cerignola: Nicola Loiodice il primo della classe

    I voti alla stagione dei gialloblu, ampie sufficienze per tutti gli elementi. Bitetto ha ricambiato la fiducia della società

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    Conclusa la stagione agonistica, diamo i voti dei protagonisti dell’Audace Cerignola in un torneo che, con la speranza di un ripescaggio in serie C, rappresenta il punto più alto dei decenni recenti. Per ragioni di spazio, si considerano i calciatori che hanno totalizzato almeno dieci presenze in campionato, distinguendoli per reparto.

    ABAGNALE 9 (34 presenze) Una sicurezza assoluta: il portiere di Castellammare di Stabia è cresciuto vistosamente in questa annata ed è stato sovente fra i protagonisti. Meno incertezze rispetto allo scorso campionato e interventi decisivi, come la super parata su Ortiz nella semifinale playoff contro il Savoia, giusto per citarne uno.

    RUSSO 7.5 (32 presenze, 2 reti) Stagione con più alti e bassi della precedente: partito titolare è stato impiegato meno per qualche settimana ma, quando più contava, si è ripreso il posto fra gli undici ed ha concluso in crescendo. Ha aperto e chiuso le marcature contro il Taranto, non male per un ragazzo che ha sempre lavorato sodo.

    MATERE 6.5 (10 presenze) Il classe 2000 proveniente dalla Juniores ha avuto poco spazio, chiuso inoltre dall’arrivo a sinistra di Ingrosso. Partita di Picerno a parte, in cui tutta la squadra girò male, non ha demeritato quando chiamato in causa.

    ABRUZZESE 8 (32 presenze, 2 reti) Ha concluso vincendo i playoff una lunghissima carriera: qualche difficoltà ad inizio stagione, poi la sua enorme esperienza ha permesso di tenere la barra dritta nonostante qualche acciacco. I due gol ad Altamura e col Fasano importanti per portare a casa due vittorie.

    ALLEGRINI 8 (24 presenze) Il capitano è stato frenato da un infortunio per un paio di mesi, ma quando è tornato ha fatto sentire enormemente la sua presenza. Sempre disponibile a metterci la faccia anche nei momenti bui (vedi Gravina o Gelbison), ha guidato con maestria la retroguardia.

    POLLIDORI 8 (21 presenze, 1 rete) Il solito, granitico Pollidori: fisico, polmoni e grinta estrema al servizio della squadra. Difesa o centrocampo per lui non fa differenza, un gol e mezzo in stagione, importantissimo quello realizzato in extremis al Bitonto. Peccato per un menisco saltato a febbraio nel suo migliore momento, malgrado ciò l’annata è col pollice ampiamente in su.

    CASCIONE (21 presenze) e TEDONE (19 presenze) 8 Discorso simile per i due terzini, i quali si sono scrollati l’emozione iniziale ed hanno chiuso l’annata sempre più in confidenza. Cascione essenziale per completare il reparto nelle ultime settimane col 3-5-2, Tedone che con personalità affrontò il palcoscenico dello “Iacovone” nella sfortunata gara di Taranto.

    INGROSSO 7.5 (13 presenze) Arrivato nel mercato di gennaio, il leccese si è subito imposto in formazione sulla corsia mancina: tanta corsa e spinta, un finale interessante con il ruolo più avanzato e la possibilità di mettere dentro cross e provare soluzioni al tiro.

    CARANNANTE 7.5 (31 presenze, 3 reti) E’ lui l’under di centrocampo designato e per la prima metà di campionato rispetta le gerarchie, andando a segno per ben tre volte (quasi una rarità per lui). Qualche irruenza di troppo e alcune leggerezze via via gli costano il posto, anche per via della concorrenza di Amabile.

    LONGO 9 (34 presenze, 7 reti) La mediana non può prescindere dall’ex Andria: inserimenti, tecnica, sinistro educato sui calci piazzati. Da del tu al pallone e lo si vede in innumerevoli circostanze, si è esaltato specie nel 4-4-2 ed ha fornito anche un contributo notevole in zona gol, sia personalmente che con assist.

    ESPOSITO A. 8 (30 presenze, 4 reti) Ottimo anche il giudizio per il centrocampista classe ’94, che si presenta benissimo alla platea cerignolana mettendo sul piatto la sua caparbietà e la capacità di mordere le caviglie avversarie, fattore che gli costa qualche cartellino eccessivo come accaduto a Vallo della Lucania.

    DI CECCO 8.5 (26 presenze) Uno dei leader silenziosi della formazione gialloblu: fra i più esperti del gruppo, si è allenato come un ragazzino esibendo umiltà, spirito di sacrificio e qualità. Un vero jolly, è stato preziosissimo quando ha sopperito alle assenze contemporanee di Allegrini e Pollidori in difesa.

    VITOFRANCESCO 7.5 (20 presenze) L’esterno foggiano ha infuso la sua duttilità quando si è passati al 4-4-2, disimpegnandosi su entrambe le fasce con sagacia e abnegazione. Un elemento che potrebbe tornare utile in caso di serie superiore, lui che ne ha affrontate di tali battaglie.

    AMABILE 8 (13 presenze) Il battesimo in maglia ofantina è arrivato a Gragnano, non nel match più morbido: lo scetticismo però è durato pochissimo, perché il ragazzo arrivato dal Foggia ha saputo imporsi con tenacia, senso della posizione e propensione ad essere il metronomo della squadra. Prova ne è l’aver relegato in panchina Carannante.

    MAROTTA 8 (29 presenze, 5 reti) Un avvio sfolgorante, con due reti nelle prime due partite: la presenza in rosa (almeno fino a dicembre) di molteplici esterni d’attacco alla lunga lo penalizzano, ma il napoletano non si abbatte. Ritagliandosi uno spazio di riserva di lusso, quando impiegato crea sempre superiorità e tiene in allarme le difese con il suo sinistro: splendida la doppietta rifilata all’Altamura nel ritorno.

    LATTANZIO 9 (34 presenze, 17 reti) I primi mesi non sono certo facili, con uno schema che non gli si addice e due rigori falliti: Riccardo non è tipo che molla e si scatena una volta passati al tandem offensivo, esaltandone le sue caratteristiche. Imponente ma agile, scattante e risolutore in più modi: di rapina, di testa, in bello stile. Uno dei pilastri della prima linea.

    FOGGIA 9 (33 presenze, 14 reti) Nell’organico è l’unico ariete a disposizione, però parte indietro nelle scelte. Il suo momento di grazia fra ottobre e inizio dicembre, in cui regala gol di grande peso specifico e fa innamorare i supporters perché non tira mai indietro la gamba, spremendo ogni singola energia. Da lì in poi, è diventato intoccabile, unica lieve pecca il rosso per nervosismo a Picerno.

    LOIODICE 10 (35 presenze, 17 reti) L’incarnazione perfetta dell’ambizione e del desiderio di emergere della società. Inarrestabile, funambolico, goleador: ha fatto impazzire i suoi diretti marcatori nella stagione che lo consacra come elemento di altissimo profilo. Ha voluto la serie D per dimostrare di poterci stare appieno, ma un Nicola così può ambire anche ad alzare l’asticella dei suoi traguardi. Infallibile dal dischetto, quasi mai banale nelle sue realizzazioni e la gratifica per diverse partite della fascia da capitano. Trascinatore assoluto.

    BITETTO 9 Per il secondo anno consecutivo, il tecnico barese vince i playoff arrivando secondo nella regular season, sperando che avvenga il bis dopo la Cavese. Si trova davanti un Picerno stratosferico e conduce un girone di ritorno che, in condizioni normali, avrebbe assicurato il primato. Brava la società a confermarlo dopo lo scivolone di Fasano, bravo il mister a comprendere che il 4-3-3 non era l’abito giusto per la squadra, anche se è costato qualche punto di troppo. Con la pazienza e la saggezza di chi ne ha viste tante, ha ricambiato la fiducia concessa, ponendo le basi per un possibile salto di categoria.

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