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    Sequestro canale Lagrimaro: l’emergenza che ha aspettato 3 anni

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    Questa mattina è stata diffusa la notizia del sequestro del canale Lagrimaro in Zona Industriale a Cerignola. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, nell’ambito di indagine coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato esecuzione al Decreto di sequestro preventivo dell’intero canale Lagrimaro, richiesto dall’ufficio inquirente foggiano in quanto l’invaso, nel tempo, si è trasformato in una discarica abusiva di rifiuti anche pericolosi, con conseguente pericolo di scarico di sostanze inquinanti in mare.

    Si sequestra dunque dopo tre anni quello che a più riprese è stato definito una delle bombe ecologiche – purtroppo non l’unica – dell’intero agro cerignolano. Era ottobre del 2016 quando l’amministrazione comunale effettuava «approfonditi sopralluoghi» con la Polizia Municipale. Proprio all’epoca si evidenziava una «generale insalubrità del corso d’acqua per la presenza diffusa di rifiuti abbandonati da ignoti e melma oleosa che emanava odori sgradevoli». Parola dell’allora assessore Antonio Lionetti, che nel 2017 sottolineava a proposito del Lagrimaro come l’ARPA Puglia «è sempre coinvolta in tutte quelle circostante di rischio per la salute pubblica». Un’estate di “puzza” quella del 2017, che vide anche le opposizioni denunciare a più riprese il fenomeno. Le stesse denunce ritornarono forti nel luglio del 2018, un anno fa, quando i consiglieri di centrosinistra, video alla mano, mostravano sui social il fenomeno, mentre i Carabinieri ponevano sotto sequestro il piazzale dell’interporto stracolmo di rifiuti.

    Si è dovuto aspettare un anno per quel sequestro, si è dovuta attendere un’interrogazione parlamentare dell’onorevole Lovecchio e diversi servizi di “Striscia La Notizia”, ma non solo. E’ servita la ribalta mediatica per giungere al sequestro, nonostante il problema esistesse e fosse ben noto già dal 2016. «Il sequestro del Canale Lagrimaro può essere paragonato ad un film di cui si conosce già il finale – ha commentato la consigliera del centrosinistra Teresa Cicolella -. Sono serviti 4 anni di battaglie, di interrogazioni consiliari, esposti ai NOE ed ARPA, Commissioni consiliari per far porre i sigilli ad un canale che rappresenta una minaccia alla salute dell’intera comunità. Per fortuna le istituzioni, sollecitate da noi e non solo da noi, hanno posto rimedio ad una questione diventata pericolosa».

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