Conclusa l’udienza al TAR i giudici si sono riservati di decidere. Probabilmente nei prossimi giorni, in un lasso di tempo non troppo lungo, si conoscerà il responso. In discussione il ricorso promosso dall’ex-sindaco di Cerignola Franco Metta contro il provvedimento del Ministro dell’Interno, che nell’ottobre del 2019 ha decretato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Cerignola. L’ex-primo cittadino ha direttamente comunicato attraverso i social quel che è accaduto in udienza. «Questa mattina, mediante collegamento remoto, si è tenuta l’udienza davanti al TAR Lazio. Eravamo collegati io – riferisce l’ex-Sindaco – e i miei avvocati di Roma. Abbiamo registrato l’assenza dell’Avvocatura di Stato, che non si è affatto presentata. Chissà se è un segnale, forse qualcuno avrà pensato che veramente non c’era niente da dire. Conclusa l’udienza il TAR si è riservato la decisione, che è la procedura obbligatoria. Terminata questa fase ne inizia una nuova, l’attesa della sentenza. In passato le sentenze sono state pubblicate nell’arco dei 10/15 giorni. Ci aspettiamo una decisione favorevole, siamo consapevoli del nostro buon diritto che lo abbiamo dimostrato con poche parole e molte carte» ha sottolineato Metta.
Nei prossimi giorni quindi i giudici valuteranno se l’apparato istruttorio presentato dalla Commissione di accesso e valutato da Prefetto e Ministero sia idoneo. Si tornerà a valutare – e dunque a ribadire nuovamente – se sussistono quei «concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori» richiesti dall’art.143 del TUEL per poter procedere allo scioglimento dell’ente e che in prima battuta lo Stato ha ritenuto esistenti. Il giudice potrà quindi confermare lo scioglimento e commissariamento dell’ente o annullare il provvedimento.