Per la terza volta Cerignola torna ad essere contrassegnata con il colore rosso, in “zona rossa” (da non confondere con le zone interdette). Significa, secondo la legenda del bollettino regionale, che nell’intero territorio cittadino vi sono più di 51 attualmente positivi al Coronavirus.
LA TERZA ONDATA, DA META’ OTTOBRE Nella prima ondata di contagi il lockdown riuscì ad arginare la diffusione del virus. Nella seconda fase, anomala perché vedeva coinvolta Cerignola come unico comune della Puglia a più di 51 contagi, piccole disattenzioni fecero lievitare enormemente i numeri – a pochi giorni dal ferragosto -. Era il momento nel quale meno si utilizzavano mascherine e distanziamento. Da fine luglio, in poco più di dieci giorni si diffuse in fretta fino a giungere ai 95 positivi di inizio settembre. Da lì un lento calo fino a portare Cerignola in una situazione normale e tranquilla rispetto a diversi centri vicini. Poco più di 30 contagiati a inizio ottobre, aumentati parecchio nell’ultima settimana. Si passa così in fretta al contrassegno “rosso”- riportato nel bollettino di ieri -. Si tratta principalmente di focolai familiari. Seppure si sono rilevati casi sospetti o acclarati in alcune scuole, la fonte del contagio è da ricercare all’esterno. Due i docenti risultati positivi a Cerignola (altri sono stati posti in isolamento domiciliare in attesa di tampone) e con loro alcuni componenti del nucleo familiare. Al momento nessuna conseguenza per gli istituti di riferimento, che hanno adottato tutte le precauzioni del caso. Quotidianamente presso il “drive in” dell’Ospedale Tatarella sono moltissime le macchine in coda, così come diversi sono coloro che privatamente si affidano al test sierologico con prelievo di sangue. Cerignola combatte, ai cittadini si continua a chiedere responsabilità, soprattutto in vista dei giorni dedicati alla commemorazione dei defunti.
DIFFONDERE I DATI PER INFONDERE CONSAPEVOLEZZA
E’ giusto che i cittadini sappiano cosa sta accadendo in città in termini di contagio. Oggi, che siamo di fatto nuovamente in un momento critico, è opportuno riferire ai cittadini, da fonti istituzionali, i numeri. Tutto nel pieno rispetto della privacy. Per questo da più parti si chiede alla Commissione Straordinaria di comunicare i dati, come avveniva in tempi di lockdown attraverso il COC.