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    Direzione Lockdown? Emiliano: «Servono decisioni difficili, a marzo e aprile ci hanno salvato»

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    «Servono decisioni difficili, a marzo e aprile ci hanno salvato». Così il Governatore pugliese Michele Emiliano in diretta Tv nella trasmissione “Titolo Quinto” su Rai3, scopre le carte e anticipa, in un certo senso, le prossime mosse di regioni e governo. «A questa seconda ondata moltissimi non credevano. Immaginate che ci hanno fatto fare perfino le elezioni. Noi presidenti delle regioni chiedevamo di farle a luglio, perché temevamo questo. Il Comitato tecnico scientifico ci ha spostato invece a settembre. Questo ha determinato che nella mia regione, durante la campagna elettorale, si siano infettati anche i candidati presidenti. E questo è un fatto grave». E aggiunge: «non siamo preoccupati perché questo virus uccida tutti quelli che contamina, ma perché non abbiamo posti letto sufficienti e terapie intensive per gestire queste ondate, che, è bene dirlo, sono il doppio di quelle di marzo e aprile. Sono sicuro che il trend crescerà. Ma mentre a marzo e aprile noi avevamo un lockdown e quindi il nemico che fronteggiava il picco, oggi questo muro non c’è. E non abbiamo l’impressione che ci siano elementi nella società che siano in grado di fermare questo picco. Bisogna prendere delle decisioni difficili, ma evidenti a tutti».

    «Siamo ad un passo dalla tragedia, serve un lockdown nazionale». Con i contagi Covid che superano i 19mila casi in un giorno, il presidente della Campania Vincenzo De Luca rende esplicito il pressing che arriva anche dagli scienziati e da pezzi della maggioranza affinché il governo metta in campo un intervento drastico per fermare l’impennata della curva epidemiologica. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che deve fronteggiare anche l’attacco di Matteo Renzi sulla gestione dell’emergenza, per il momento dice no: «dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato». Ma il premier sa che il tempo stringe e che saranno necessarie nuove misure. Niente lockdown per la scuola. Il governo lo ripete come un mantra anche se i governatori si muovono in ordine sparso, con fughe in avanti e con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che tuona «con questi dati le scuole non riaprono». Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio difende a spada tratta la scelta di Lucia Azzolina di preservare l’istruzione dalla chiusura.

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