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    In presenza o a distanza? La didattica nelle scuole di Cerignola e le scelte delle famiglie

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    La scuola pugliese, a differenza di molte regioni italiane, ha conosciuto cambiamenti repentini di orientamento nelle ultime settimane. Dalla chiusura, disposta con la prima ordinanza di Michele Emiliano (poi sospesa), fino alla riapertura, con possibilità di opzione per le famiglie tra didattica in presenza o Didattica digitale integrata (DDI, a distanza). L’orientamento della disposizione regionale è garantire innanzitutto le famiglie nella possibilità di scelta della “scuola a distanza”, e non che la scuola scelga per le famiglie, come in qualche caso è avvenuto. Dunque molti istituti a Cerignola hanno optato per una sorta di referendum indirizzato ai genitori, che comunque paiono quasi interamente orientati nel non mandare i propri figli in presenza per evitare possibili focolai di contagio. Il comprensivo “Carducci-Paolillo” ha utilizzato un modulo online per la scelta dell’opzione, prima di disporre la possibilità di fruire della scuola sia in presenza che a distanza con ore da 50 minuti. La secondaria di primo grado “Pavoncelli” ha invece optato per la Didattica a distanza con il benestare dei genitori. Il comprensivo “Di Vittorio-Padre Pio” ha ridotto l’unità oraria, sia in presenza che in DDI, a 45 minuti di attività sincrona e 15 minuti di attività asincrona. La “Don Bosco-Battisti” ha invece dovuto chiudere per sanificazione, dopo aver attivato la rilevazione della scelta delle famiglie. Questo solo per citare alcuni esempi di scuole del primo ciclo (la secondaria è in DDI come da Dpcm).

    A guardare i dati delle rilevazioni la gran parte opterà per il modello a distanza, in virtù del fatto che proprio la scuola potrebbe rappresentare un luogo dove poter trasmettere il virus. Proprio per tale ragione, seppure il Governo non ha sposato la didattica a distanza per il primo ciclo, nell’ultimo DPCM è stato disposto l’uso della mascherina per i bambini dai 6 anni in su. Ovvero «uso obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina» si legge nel DPCM del 3 novembre. Proprio questa disposizione sta orientando i genitori verso la DDI.

    Seppure anche in città – principalmente attraverso i social – soffiano venti negazionisti e il lavoro sulle regole è sempre più volto ad aggirarle che a rispettarle – lo confermano i numeri delle sanzioni comminate in questi giorni -, sale l’attenzione intorno alla crescita dei contagi. E questo ancora più nelle famiglie che hanno figli in età scolare. La salute dei propri “piccoli” occupa un posto prioritario rispetto alle criticità della didattica online, alla mancanza di dispositivi informatici, al consumo di giga e traffico.