Che fortuna che il Governatore Emiliano abbia disposto la DDI (didattica a distanza). In molti hanno fatto questa affermazione e la ripetono giorno dopo giorno al palesarsi di positivi tra il personale docente e Ata all’interno delle scuole cerignolane. Molti hanno scoperto di esserlo proprio mentre non c’erano più alunni in presenza (fortunatamente!) e comunque il numero – circa 30 persone – non è certo irrisorio. Che la scuola sia un luogo dove si rispettano fedelmente le misure di prevenzione non vi è dubbio. E’ però innegabile che chi “frequenta” le scuole – personale e alunni – possa giungere a scuola già contagiato, magari asintomatico. Dunque è possibile che a scuola vi siano, nonostante le misure di sicurezza, occasioni di diffusione del virus, soprattutto quando si lavora a stretto contatto con gli alunni più piccoli. L’epidemiologo Pierluigi Lopalco, assessore alla Salute, ha ribadito ieri sulle colonne di Repubblica che «tenere aperta la scuola è un errore clamoroso». Su questa linea alcuni governatori stanno optando per la chiusura, così come molti Sindaci in comuni particolarmente colpiti dal contagio.
Seppure la scuola in presenza è tutt’altra cosa rispetto alla didattica a distanza in una fase così delicata, per piegare la curva del contagio, la chiusura delle scuole risulta cosa utile. E i numeri, che piaccia o no, danno ragione ai governatori “dissidenti”, che più hanno osteggiato la linea della Ministra Lucia Azzolina. Cosa sarebbe successo a Cerignola se si fosse continuato con la scuola in presenza alla luce dei numeri odierni? Quanti alunni e famiglie sarebbero in isolamento?